Luis Enrique senza alibi "Colpa mia, un disastro"

04/12/2011 23:30

"IO L'UNICO RESPONSABILE" - "È colpa mia, sono l'unico responsabile, ai miei giocatori non ho nulla da rimproverare". Luis Enrique non cerca alibi e rivolge su di sé le responsabilità per il tracollo romanista. Un tracollo totale, che supera il risultato numerico del campo. Oltre ai tre gol, la Roma è affondata sotto il profilo mentale, uno dei temi su cui allenatore e dirigenza avevano speso il maggior numero di pensieri fin dall'inizio dell'avventura di Luis Enrique sulla panchina della Roma. Ma a preoccupare sono soprattutto i segnali di cedimento mentale, i black out di Gago e soprattutto Bojan, con quel mani inutile a partita finita. Due episodi gravi che stridono ancora di più pensando al ruolo di quel mental coach voluto dal tecnico a Trigoria, e che costringeranno la Roma all'emergenza tra otto giorni con la . A cui aggiungere il sospetto colpo di gomito di Heinze nella propria area di rigore. Mentre continuano a far discutere le esclusioni (diverse) di Osvaldo e Borriello dal viaggio per Firenze.

"UN DISASTRO, VOGLIO SOLO ANDARE A CASA" - Scricchiolii nella rivoluzione culturale promossa in estate. Non si nasconde l'allenatore: "Dopo un 3-0 e tre espulsi non ci sono da cercare cose positive. Mi sento male, come qualsiasi giocatore della Roma e qualunque allenatore in una situazione simile, anche se è il primo gol, con il rigore e l'espulsione, che condiziona totalmente la partita. Psicologicamente la squadra è attrezzata, ho visto che abbiamo cercato di fare il nostro calcio. Alla fine il risultato è stato un disastro, ma l'atteggiamento è giusto. Ora temo solo che con questa dinamica non positiva, i miei giocatori perdano la motivazione di giocare a calcio al meglio". I timori si sommano a una delusione che spinge Luis a guardare con preoccupazione anche al futuro: "Adesso voglio solo andare a casa a parlare con la mia famiglia, poi valuteremo la situazione". Un primissimo segnale di resa.

TIFOSI SPAZIENTITI, TOTTI RESTA A GUARDARE - Ma a Firenze, a differenza di tutte le altre volte, anche da parte dei tifosi sono arrivati segnali forti di insofferenza, anche con cori contro il tecnico. Non può non riconoscerlo il Franco Baldini: "Sì, il rapporto con l'ambiente potrebbe essere intaccato, oggi il pubblico si è dimostrato non così paziente come le ultime volte. Hanno mostrato impazienza che va registrata". Soprattutto, subito dopo il gol del 2-0 dallo spicchio di stadio riservato ai tanti romanisti arrivati in Toscana, sono piovuti insistenti e decisi cori di incitamento a , seduto in panchina per tutti i 90 minuti. Un chiaro messaggio che però l'allenatore ha ignorato. "Con Francesco ho parlato nell'intervallo, ho pensato dopo il riposo non fosse giusto farlo giocare con un uomo in meno e due gol da recuperare". Chissà come l'avrà presa il capitano romanista, a cui dare il proprio contributo per la Roma non sarebbe dispiaciuto, a prescindere dal risultato. Lo sguardo con cui ha lasciato il campo a fine gara sembrava eloquente più di tante parole. Intanto, è arrivata la quinta sconfitta in sette gare senza di lui. Baldini deve faticare per trovare qualcosa da salvare: "Questo è stato il primo anno di un programma che richiede più tempo. È chiaro che dopo ogni sconfitta il tempo sembra accorciarsi, ma terremo la barra dritta finché sarà possibile".

PICCOLA CONTESTAZIONE - Una trentina di tifosi giallorossi ha atteso alla Stazione Termini il rientro nella Capitale della Roma. Bersaglio dei supporter è stato principalmente il tecnico Luis Enrique con cori che ne invocavano le dimissioni. Cori a favore solo per capitan , tenuto per tutta la partita con i viola in panchina nonostante il pesante risultato da ribaltare.