Se il pareggio ci va stretto

13/12/2011 09:21

Se avesse segnato la Roma avrebbe vinto. Ma, come la insegna, non bisogna mai essere “schiavi del risultato”. E quindi, nonostante l’enorme rammarico per il pareggio, la Roma riparte. Dopo due sconfitte di fila muove la classifica ma, soprattutto, mette in mostra tutte quelle qualità che mettono all’angolo la di : coraggio, cuore, pressing, corsa e unione di squadra. Carattere, in una sola parola. Un carattere che passa dalla classe di , dall’enorme partita di , dalla precisione di Viviani, dall’attenzione di José Angel e dal sacrificio di Osvaldo, tutti protagonisti di una prestazione da incorniciare. Dal primo all’ultimo minuto, come sottolineano gli applausi dell’Olimpico al fischio finale. Un Olimpico che, fin dall’inizio, vede una Roma capace di lottare su ogni pallone. E i risultati si vedono: cinque minuti e i giallorossi passano in vantaggio: angolo di che tocca corto per , il bosniaco ridà il pallone al che crossa per : Daniele al volo di colpisce non benissimo, sulla traiettoria c’è Vidal che buca clamorosamente il pallone e inganna Buffon. La Roma si muove bene: occasioni vere e proprie non ne crea, ma i giocatori arrivano sempre prima sul pallone, si danno una mano, tutti corrono ad aiutare la difesa. Il pubblico capisce e piovono applausi, soprattutto al minuto 24 quando Taddei liscia un pallone in area su cui si avventa Estigarribia che colpisce a colpo sicuro ma trova un ottimo Stekelenburg sulla sua strada. La Roma continua a fare la partita anche perché la , a parte un tiro da fuori di Vidal, sembra incapace di creare problemi alla difesa giallorossa, sostenuta da un a dir poco strepitoso. Brividi al 41’ quando Viviani fa fallo su Marchisio, punizione dal limite, sul pallone va Pirlo, ma Stekelenburg blocca senza problemi.
 
Oltre a , anche Heinze è protagonista di un primo tempo splendido: prima rimprovera platealmente Lamela colpevole di pressare poco un avversario poi, in scivolata, toglie un pallone pericolosissimo che Pepe aveva messo in mezzo per Matri e che, se intercettato, avrebbe sicuramente mandato le due squadre al riposo sul risultato di parità. Così non è e la Roma va negli spogliatoi con gli applausi della sua gente. Si torna in campo con gli stessi uomini del primo tempo e con lo stesso straordinario che guida la difesa con la sicurezza di un veterano. Dopo 10 minuti Luis Enrique cambia: fuori Viviani, stremato e applauditissimo da tutto lo stadio (Luis Enrique e panchina compresi), e dentro Simplicio. Cinque minuti e la pareggia: Vidal apre per Estigarribia che cicca il pallone ma, non si sa come, riesce a servire Chiellini che solo soletto in area di testa batte Stekelenburg. La partita non conosce un attimo di sosta: doppio fallo in area della difesa della prima su Simplicio e poi su Lamela, Orsato concede alla Roma il primo rigore stagionale, sul dischetto va . Sotto la Sud, Buffon para il del . Anche decide di cambiare: fuori il pessimo Matri e dentro Quagliarella, out anche Estigarribia per Giaccherini.
 
La partita è intensissima, ma tiri nello specchio se ne vedono pochi. A 10 minuti dal termine ci prova Osvaldo con un pallonetto. Una buona occasione capita sui piedi di Simplicio che però “passa” incredibilmente a Buffon invece di servire . I due allenatori vogliono vincerla e, a 5’ dal termine, cambiano ancora: inserisce Elia al posto di Pepe, Luis Enrique toglie Osvaldo e mette Borriello (ovazione per lui). La va vicinissima al vantaggio quando Elia serve Quagliarella che, solo davanti a Stekelenburg, prova il tocco sotto ma l’olandese copre benissimo lo specchio. Poco dopo è che si fa “murare” dalla difesa juventina (Pizarro in tribuna con le mani nei capelli). È l’ultima occasione. Nei 6’ di recupero la Roma ci prova ma non riesce a sfondare. E esce dal campo con i giocatori che scuotono la testa soddisfatti nonostante l’occasione persa. Bisognava ripartire. E la Roma, comunque, lo ha fatto.