15/12/2011 10:01
Il dispositivo della sentenza è abbastanza chiaro: «Labbinamento inscindibile (e quindi non declinabile dallutente) - si legge - tra il rilascio della tessera di tifoso (istituita per finalità di prevenzione generale in funzione di una maggiore sicurezza negli stadi) e la sottoscrizione di un contratto con un partner bancario per il rilascio di una carta di credito prepagata potrebbe condizionare indebitamente (nella misura in cui si provi che luso della carta non sia funzionale ad assicurare le finalità proprie della tessera del tifoso) la libertà di scelta del tifoso-utente e potrebbe pertanto assumere i tratti di una pratica commerciale scorretta ai sensi del Codice del consumo ».
Proviamo a spiegare. Cè qualche società che nello stesso modulo di sottoscrizione della tessera ci infila il contratto per il rilascio di una carta di credito. Così, il tifoso non può scegliere. O si fa pure lo strumento finanziario oppure non si può abbonare. Già, perché dal 21 giugno cè un protocollo di intesa firmato da Viminale e istituzioni sportive che vieta di concedere facilitazioni ai non tesserati. Ma cè di peggio. Non solo non può abbonarsi, e quindi non può risparmiare sullacquisto dei biglietti delle partite casalinghe. Ma non può nemmeno andare in trasferta nel settore ospiti. E pure questo lo dicono i giudici: «In tal senso depone il fatto che, per il tifoso, lottenimento della tessera appare condicio sine qua non per poter essere ammesso, nelle giornate di trasferta della propria squadra, nel reparto dello stadio riservato agli ospiti, di guisa che appare verosimile che lacquisizione di tale utilità potrebbe indurlo a compiere unoperazione commerciale (sottoscrizione della carta prepagata) che non avrebbe altrimenti compiuto». E certo. Il tifoso è messo spalle al muro. Non ha alternative, tranne quella di non tesserarsi. Restando a casa. Il Consiglio di Stato ha imposto ora al Tar del Lazio di esaminare nel merito il ricorso.Ovviamente, «valutando la sussistenza delle illegittimità denunciate dai due enti». Non cambia nulla dalloggi al domani, sia chiaro. Cambia nel lungo termine, qualora il Tar si adegui e provveda a recepire le indicazioni del Consiglio di Stato tramite unaltra sentenza. LOsservatorio sulle manifestazioni sportive, il padre della tessera del tifoso, ha preso ieri le distanze da quelle che sono evidenti storture del progetto. «Nel programma del Viminale ha commentato il vice presidente operativo Roberto Massucci non è menzionato lobbligo di sottoscrivere una carta di credito. La tessera continuerà ad essere un servizio utile alla sicurezza».
Qualche club ha tentato di aggirare il problema. Prendete il Milan. Il tifoso rossonero deve barrare una casella «se non intende attivare la funzione di carta bancaria prepagata». Cioè devi esprimere il dissenso invece del consenso. Ingegnoso: il dissenso informato! Chi potrebbe essere costretto a rivedere le proprie strategie commerciali è la Fiorentina. Perché Orgoglio Viola è, si legge sul loro sito, «una carta bancaria prepagata e ricaricabile sviluppata insieme a Banca CR Firenze e Intesa Sanpaolo». Anche in questo caso si può spuntare la rinuncia. La Roma gioca pulito. Il modulo dellAS Roma Club Privilege è una cosa, quello per far sì che la tessera diventi una carta di credito del circuito Visa Electron, unaltra. Nel testo si parla di «potenziali funzionalità» e la tessera è consegnata «non attiva». I furbetti sono altrove. DallArno in su.