31/12/2011 09:45
Un mese di illusioni, tra successi in campionato e il gusto di sfrattare dalla coppa Italia Lazio e Juventus, poi a febbraio linevitabile tracollo: fallita la sfida di Champions con lo Shakhtar e ripresa la discesa in campionato, il tecnico testaccino ha rassegnato le dimissioni. A Montella larduo compito di salvare il salvabile. Marzo si è riempito con laddio dellimpresentabile Adriano, leliminazione senza gloria alla Champions, il quarto derby stagionale vinto e la rinascita di Totti. Ma la partita vera si è giocata fuori dal campo: DiBenedetto è sbarcato a Roma e dopo due giorni di trattative serrate è ripartito con una bozza daccordo con la banca. Totti, intanto, ha tirato la carretta negli ultimi due mesi di campionato: con 13 gol, tutti condensati nei primi sei mesi del 2011, ha chiuso per lennesima volta lanno solare da capocannoniere della Roma. Sforzi inutili in ottica quarto posto: i giallorossi si sono dovuti accontentare della sesta piazza valida per lEuropa League, mentre la corsa in coppa Italia si è fermata alla doppia semifinale con lInter.
Ma tutta lattenzione, ormai, era altrove. Il 18 aprile a Boston la sigla dellaccordo preliminare per la cessione del club. I dirigenti Baldini e Sabatini, scelti dalla nuova proprietà, hanno iniziato a costruire le fondamenta della Roma made in Usa in gran segreto. Fino a giugno, quando Sabatini ha aperto lera della svolta a Trigoria e i Sensi hanno lasciato dopo 18 anni al timone. Il passaggio dal vecchio a nuovo è stato traumatico in attesa del «closing» arrivato soltanto ad agosto dopo il rischio che tutto saltasse in aria. Montella ha salutato con tanti rimpianti, Luis Enrique è spuntato da Barcellona: a lui le chiavi della rivoluzione culturale. Sul mercato la squadra è stata letteralmente ribaltata: via Vucinic, Menez, Mexes, Riise, Doni, Julio Sergio e Brighi, dentro undici giocatori nuovi. I giovani Bojan, Lamela, Borini, Pjanic, Kjaer, Josè Angel e Nego, gli affidabili Stekelenburg e Gago, lusato sicuro di Heinze e il discusso Osvaldo. La partenza è stata terribile: Roma sbattuta fuori dallEuropa League per mano del modesto Slovan Bratislava, con Totti sul piede di sbottare tra accuse di «pigrizia» e sostituzioni. Anche il campionato è iniziato malissimo, la prima vittoria a Parma, poi tanti bassi (compreso il derby perso) e pochi alti fino al possibile addio di Luis Enrique mentre Pallotta si è sostituito a DiBenedetto al comando della cordata Usa. Le ultime tre gare del 2011 hanno ribaltato le prospettive. Tra Juventus, Napoli e Bologna è nata davvero la nuova Roma.