18/12/2011 10:48
Le parole, appunto. «Mi aspetto tantissimo da Francesco perchè ha la possibilità di battere tanti record a cui è vicino. Ho visto un ottimo capitano. Ho parlato con lui, con cui ho un rapporto speciale perchè ho giocato contro di lui, guardandolo negli occhi». Insomma, Lucho lha esaltato a tal punto che qualcuno dentro Trigoria si è concesso una battuta: «Mo vedrai che lo manda in panchina». Luis Enrique ha rivelato di averlo visto «a grande livello in tutti gli allenamenti». A rigor di logica, se pure la logica ha il suo peso, tenerlo quindi fuori sarebbe un suicidio. Anzi, un totticidio con tutti i rischi del caso. Apparenti ragioni per commetterlo non ce ne sono. In settimana Luis Enrique ha provato un miliardo di formazioni circa e ogni volta cera dentro Totti. Magari lavrà fatto pure per mischiare le carte, ma una di queste prevedeva il trio Totti-Osvaldo- Borriello. Più di un tridente pesante: un tridente macigno. Le soluzioni si sprecano, in quella più probabile Lamela gioca dietro la coppia Osvaldo- Totti. Totti, sempre Totti, infinitamente Totti. E non solo per una stima così profonda da sconfinare spesso nellomosessualità, quanto per il messaggio che verrebbe dato spedendo il Capitano in campo dal primo minuto. Quale messaggio? Questo: «Io sono abituato ai fatti e non alle parole ». I fatti. I gol. Gli mancano, non segna dal 22 maggio. Questa può essere la sua notte.
È quasi superfluo, ma banale mai, ripassare la Storia. E la Storia racconta che al Napoli Francesco ha segnato sette volte, tre a casa loro (97/98, 00/01 e 2007/08), che lì ha fatto 500 volte solo con noi e che se non ci fosse stata linutile (inutile per i napoletani, che andarono lo stesso in B) punizione di Pecchia sarebbe stato un suo gol a consegnarci lo scudetto. Antiquariato, il presente profuma di santità. Perché Totti in campo lo vuole la dea Eupalla. E anche i romanisti sarebbero discretamente contenti.