Barça baby, lo spettacolo comincia qui

07/01/2012 10:46

Si tratta del Infantil A, costituito da ragazzini nati nel 1998. Il tecnico della squadra è Francesc Sanchez Bas: ha trenta anni, e mostra una disponibilità da elogiare. «Ciao, soy Cesc», ci stringe la mano con spontaneità. «Noi non siamo soltanto degli allenatori, ma pure degli educatori. Prepariamo i ragazzi alla vita dentro il campo, e insegniamo loro a comportarsi correttamente anche fuori, e con gli avversari», confida dopo un allenamento. Una seduta di lavoro del Infantil A è un’emozione perché sembra di essere a contatto con la rosa di Guardiola.

E, soprattutto, la filosofia. «Sin da piccoli, i ragazzi si abituano a giocare in un certo modo. La continuità fa la differenza. È una scala», prosegue Sanchez. «Pochi di loro raggiungeranno la Liga, e questo lo sanno. Nessuno li illude. La nostra missione è di vincere grazie ai giocatori provenienti dal vivaio. La strada per arrivare in alto è la modestia. Insegniamo questo. Xavi e sono gli esempi. L’educazione serve comunque a tutti», spiega. Luis Enrique è diventato un allenatore seguendo le direttive impartite dal . L’Infantil A è una famiglia. Xavier Franquesa è il vice-allenatore: nel corso del riscaldamento, motiva i bambini, e non alza mai la voce. «Tutto dipende da noi», ripete. Lo staff tecnico è formato da sei persone. Una ragazza che sorride sempre ai piccoli atleti ricopre il ruolo della fisioterapista: i bimbi vestiti di blaugrana ne incrociano lo sguardo se avvertono qualche dolore, e lei si precipita con la busta del ghiaccio tra le mani per risolvere il problema. L’allenatore Sanchez – o, forse, Guardiola – ha vietato le proteste nei confronti dell’arbitro. E il capitano cambia di partita in partita.

L’urlo «Visca el » non manca mai nel tunnel che porta agli spogliatoi. E, poi, i tecnici battono le mani dei bambini, poco prima di entrare in campo. Il gioco è una meraviglia. L’ombra di Guardiola si nota nel di base; nel possesso della sfera; nel coinvolgimento del ; nella volontà di non sprecare neppure un pallone. E gli allenamenti si svolgono utilizzando quasi solo la palla. I ragazzi comunicano in catalano e in castigliano: durante la gara, i bimbi della panchina non fiatano, ma sono pronti ad abbracciarsi e a urlare di gioia dopo ogni gol. Alcuni elementi hanno una classe da vendere: l’attaccante sudcoreano Lee Seung Woo è da applausi. E Jang, Olmo, Morer e Piñol, il più basso del gruppo, sono da tenere in considerazione. Senza dimenticare Oriol Busquets, classe 1999. Oltre 1.500 spettatori romani al giorno hanno ammirato le partite e gli allenamenti del dei piccoli. Lo stile della manovra blaugrana è uno spettacolo: i successi contro la Lazio (7-0) e contro la (1-0) ne sono la dimostrazione. Ieri, la Roma di Rubinacci ha tuttavia battuto (2-0) i catalani, e ha guadagnato l’accesso alla finale di oggi.