Così gli americani faranno Big Trig

12/01/2012 10:10

Quanto ai primi, sono sotto gli occhi di tutti: una squadra che sta imponendo la sua idea di gioco e che

risale posizioni in classifica consentendo di pensare a una stagione positiva.
Quanto ai secondi, la società

sta rispettando tutti gli step annunciati, soprattutto dopo che è venuto allo scoperto il vero animatore della cordata, James Pallotta, un nordamericano molto latino, che non ha paura di esporre il proprio legame sentimentale verso questa squadra e questa à e che non ha paura di dire, lui cittadino americano al cento per cento: «Io mi sento italiano al cento per cento». Un tuffo non tanto nella piscina di Trigoria, Big Trig, come l’ha ridenominata Mark Pannes, quanto nel cuore acceso del popolo romanista. Il progetto (a noi piace questo termine sul quale si è tanto ingiustamente ironizzato, perché indica un orizzonte, un’idea di futuro che anima il presente) è pienamente operativo. Ieri è stato annunciato l’ingaggio di un supermanager che coordinerà tutte le attività di marketing, cui seguirà a breve la nomina di un nuovo responsabile della sicurezza che si occuperà, oltre che dei problemi strettamente interni allo stadio anche delle relazioni diplomatiche, a segnalare l’importanza che la proprietà americana assegna alla centralità di Roma come crocevia, nel mondo globalizzato, di interessi e presenze che, soprattutto in vista della candidatura della à per le Olimpiadi del 2020, fanno dello sport uno snodo fondamentale dello sviluppo della à. Infine, nel prossimo Consiglio d’amministrazione, rispettando gli impegni presi, si procederà, nei tempi che saranno dettati dalla Consob, all’aumento di capitale.

Non si tratta solo di atti dovuti, ma della conferma, anche per i sordi che non hanno alcuna voglia di sentire, della serietà delle intenzioni della nuova proprietà, giunta a chiudere un lungo periodo di incertezza e di precarietà, del quale il ritardo con il quale si è affrontato il nodo del rinnovo del contratto di  è il segno più evidente, e che si sta cercando di recuperare con l’obiettivo di giungere entro la fine del mese a una soluzione positiva. Che significa una cosa precisa: la Roma vuole  tanto quanto vuole la Roma. La prudenza con cui si parla dell’argomento non è segno di difficoltà, bensì del rispetto per una trattativa che coinvolge quello che, insieme al , è il giocatore più importante della Roma. Del resto, sarebbe strano che una proprietà che ha l’obiettivo dichiarato di fare della Roma uno dei club calcistici più importanti del mondo e del suo brand un veicolo di fidelizzazione di tifosi anche al di fuori dei confini nazionali, lasciasse andare via il suo calciatore in questo momento maggiormente desiderato dalle grandi squadre europee. Il progetto è fatto di queste cose qui e su queste andrà misurato. La Nuova Era romanista - che l’amministratore delegato Claudio ha ben spiegato nel Forum pubblicato dal nostro giornale all’inizio del 2012 - non è fatta di chiacchiere: è una rivoluzione che procede per obiettivi. Il Nuovo Stadio su tutti, per il quale tra breve sarà annunciato l’advisor incaricato di proporre alla società la scelta migliore sia per quanto riguarda i terreni che l’imprenditore chiamato a realizzarlo. Intanto, però, siccome la filosofia è quella di aprirsi sempre più ai tifosi, si procederà per sfruttare al meglio le potenzialità dello Stadio Olimpico e anche quelle di Trigoria che si appresta a diventare una vera e propria Casa della Roma, dove i tifosi possano trovare piena accoglienza. Senza tessere e discriminazioni. Già, perché un altro dei risultati ottenuti dal nuovo corso romanista è stato quello di far diventare posizione comune della Lega di Serie A l’idea del carnet di biglietti acquistabili senza tessera. Il che per noi è una grande soddisfazione, avendo condotto

in totale solitudine tra i giornali questa battaglia, con le nostre autonome motivazioni e con una modalità che non potevano certamente essere quella della società. 

Un 2012 denso di novità e di fatti, anche sul piano della comunicazione. Una Roma che alimenta direttamente il flusso della comunicazione con Roma Channel, con i New Media, a cominciare dai social network e dal nuovo sito che sarà presto on-line. E’ illusorio pensare che questo fermerà le speculazioni dei soloni incipriati e di coloro che attaccano solo per difendere vecchie posizioni di rendita messe in crisi dal nuovo corso. Chiedere a costoro di essere “corretti” è come chiedere a Dracula di fare il presidente dell’Avis. Ognuno risponde per sé, le collezioni dei giornali sono disponibili per tutti. Non è difficile verificare chi ha scritto cose vere e chi cose false (tanto più quando si tratta di notizie “sensibili” per una società quotata in Borsa). Per fortuna il popolo giallorosso va allo stadio, guarda la partita in televisione, ascolta le radio, legge i giornali, ma poi si forma le sue idee in maniera molto più autonoma di quanto si pensi. Altrimenti sarebbe difficile spiegare come mai il sostegno alla squadra e al suo allenatore non è mai mancato, neppure quando attraverso altisonanti e un po’ ridicoli ultimatum si chiedeva la testa di Luis Enrique, con l’obiettivo di far cadere poi tutte le altre, per realizzare la restaurazione.

Per quanto riguarda questo giornale, abbiamo avvertito fin dall’inizio il feeling con la Rivoluzione Romanista, l’abbiamo fatta nostra, come decine di migliaia di tifosi, senza che nessuno ce l’abbia chiesto. Abbiamo un feeling con questo vento di cambiamento, ci piace che si proponga la modernità dell’approccio

manageriale e al tempo spesso si consideri come il primo bene da tutelare una passione antica, bene prezioso in questi tempi grami e senza cuore. Se qualcuno, soprattutto al Nord, dove hanno perso qualsiasi idea di valore non misurabile con il denaro, ci considera romantici fuori moda, lo consideriamo un complimento. Qui (basta guardare gli occhi di Daniele  per capirlo) si va dove ti porta il cuore.