Montella contro Luis Enrique, le affinità del nuovo che avanza

14/01/2012 10:17

SPETTACOLO - Un’altra affinità consiste nel fatto che sono ambedue allenatori in via di formazione, che, probabilmente, devono far ancora vedere il proprio meglio. Ed è normale che sia così perché se Luis Enrique è stato catapultato dal B alla guida della Roma, non è che il salto di Montella sia stato meno alto visto che fu «promosso» direttamente dai Giovanissimi alla panchina lasciata incustodita da Ranieri. Promettono tutti e due di interpretare il calcio in maniera più «generosa». Una interpretazione figlia del personalissimo dna sportivo, delle origini e del retaggio professionale. Montella era un attaccante, uno che i gol li faceva inevitabilmente portato a considerare come fine ultimo del gioco il pallone che si ferma in fondo alla rete. Luis Enrique viene da un mondo in cui l’abilità tecnica fa agio sulla furbizia tattica, dove è apprezzato il gesto, dove il possesso-palla è termometro per valutare la qualità di una prestazione. […]
 
PROPOSTE - Luis il termine lo usa spesso: Proposta. Nel suo lessico è l’idea di gioco, nella sua cultura una forma tattica (e anche mentale) che significa avere il comando del gioco, della partita, rinunciando alla semplice attesa, la difesa come strumento contingente per impedire il gol agli avversari non come «atteggiamento» sparagnino. Il modo come i due articolano le proposte è diverso. Ciò non toglie che sia l’uno che l’altro in qualche misura hanno provveduto ad aggiornarle. Montella, ad esempio, ha abbandonato la difesa a quattro per quella a tre dopo aver compiuto una valutazione dei giocatori a sua disposizione. Luis Enrique ha continuato sulla strada del grande possesso-palla ma ha aggiunto «elementi di verticalità» alla sua manovra e ne ha tratto beneficio la Roma che vince e diverte. […]