Pallotta, la Roma scopre la voce del padrone

05/01/2012 09:02

commerciale. Dopo le malinconiche visite pastorali di

DiBenedetto, per Pallotta niente visite istituzionalimasolo incontri con dirigenti, giocatori e staff tecnico.

Da Garnett a Tenendo conto che non c’è alcun nesso stringente tra l’arrivo a Roma di Pallotta (che si fermerà fino a martedì) e il rinnovo di De Rossi (ieri il manager Berti era a Dubai per assistere al match del Milan), certo è che la coincidenza induce a riflessioni, non fosse altro per una questione comunicativa.

Immaginate quanto potrebbe essere sgradevole accusare il colpo di un «no» dell’azzurro al prolungamento del rapporto con la Roma proprio quando l’azionista di riferimento (e possibile socio di maggioranza nella opaca LLC che consorzia i quattro manager Usa) è in visita a Trigoria ad esporre le sue idee per promuovere il brand, fra le quali spicca quella di avere Kevin Garnett, l’attempata stella Nba dei Boston Celtics come testimonial. Logico, perciò, che il club giallorosso viva giorni caldi. Per questo ci piace ripercorrere alcune frasi di Pallotta rilasciate a primavera come una sorta di vademecum conoscitivo. «Vogliamo ridare il tricolore a Roma il prima possibile e portare il club ai livelli gloriosi che merita. Roma è un brand incredibile, riconosciuto in tutto il mondo. A Boston, NewYork e Chicago c’è un grande interesse, con il nostro ingresso l’appeal esploderà. DiBenedetto? È un grande manager, sarà lui a prendere le decisioni ». Era il 15 aprile scorso. Più o meno mille anni fa.