Forse per questo e non solo perché è scanzonato e dissacrante, romano come Roma che non si rende conto di quello che ha fatto, né di quello che può ancora fare: «
Diventare il giocatore italiano ad aver fatto più gol? Se continuo di questo passo renderò conto. Ma adesso mi godo questo momento, sono felice di aver superato Nordahl indossando lunica maglia che ho sempre voluto indossare. Sono orgoglioso di quello che ho fatto». De
tto a 90esimo minuto è anche un po più bello. Non ha nemmeno chiuso allo Scudetto («
Sono contento di essere a disposizione della squadra ed essere tornato al gol, più avanti potremo tirare le somme») e ha aperto a ciò che aveva già spalancato: «
Luis Enrique ha capito lambiente di Roma, è stato bravo a gestire la situazione». Dicevano che non andavano daccordo. Ieri qualcuno della Roma ha detto: «
Certe cose le possono capire solo loro due, quello che passa fra Luis e Francesco è lintuizione che hanno i grandi». Loro non dicono. Non ne hanno bisogno. Totti proprio no. Le parole, visto quello che è, spesso è costretto a scegliersele. Ed è un bene, ed è un dovere, fino a far sì che le due cose coincidano per diventare quasi parola etica. Come la dedica per il record dei 211 gol con la stessa maglia, superando Nordahl: alle vittime della Costa Concordia: «In questo momento ci sono cose più importanti alle quali dedicare i gol. Sono contento di averli dedicati a queste persone».