01/02/2012 09:15
Conto aperto Alla Roma ha segnato 5 volte. Un conto aperto, fin dall'esordio, con una rete festeggiata sotto la Sud. Tra amore e orgoglio, il capitano del Cagliari sfida per l'ennesima volta un pezzo della sua storia. Eppure, i colori della Roma li ha nel cuore. A patto che non ci giochi contro. In questi casi, si trasforma. Ma a chiederglielo, minimizza: «Per me non è una partita come tutte le altre». Fin dal match di Rieti: fece gol ma i tre punti li prese Spalletti in un 4-3 con tante polemiche. Tre anni dopo Conti una splendida punizione all'Olimpico, ma non basta ancora: 3-2 per i giallorossi. Nel 2010 il discorso cambia. Conti pareggia una partita con la Roma avanti 2-0. Ancora meglio nel 2010 al Sant'Elia. Prima il gol dell'1-0. Poi, il rigore procurato col «rosso» a Burdisso. Dallo stadio all'ospedale con papà Bruno preoccupato per la ferita alla gamba del figlio. «Un gol alla Roma che conservo con più piacere? Quelle col Cagliari sono importanti allo stesso modo» il commento del regista.
Storia E siamo all'attualità. Con una vittoria storica all'Olimpico. Lo scorso 11 settembre Conti ha beffato Stekelenburg. Poi, ha proseguito la corsa verso il settore dei tifosi sardi. Ai quali ha mostrato gioioso la maglia. La stessa con cui ha festeggiato domenica notte a San Siro, le 339 presenze in rossoblù. Dall'estate del 1999 con i quattro mori sul petto: «Non l'avrei mai detto». Una vita in rossoblù, con qualche sofferenza in avvio. Per poi dire no alle offerte di Fiorentina, Bayern Monaco, Napoli e Palermo. E forse, la stessa Roma. Discorso chiuso. I fischi dell'Olimpico non glielo perdonano: «Ormai ci ho fatto il callo», si rassegna.