Così Lucho ha “allargato” il gioco

10/02/2012 08:51

L’ATTACCO - Quando è in campo, metro più o metro in meno, la Roma si sistema con il 4-3-1-2, in cui le punte giocano piuttosto strette e il trequartista ha il compito di innescarle, senza escludere gli inserimenti personali. Mercoledì al Massimino, invece, Luis Enrique ha preferito giocare con un centravanti puro, , al centro dell’attacco, puntando su un zemaniano: due esterni veri, Piscitella e Lamela, assistiti da due terzini che spingono, Rosi e Taddei. Lo scopo era avere una coppia su ogni lato e sorprendere Montella che ricordava la partita del 14 gennaio, in cui la Roma era andata sempre a sbattere contro il muro centrale senza riuscire ad allargare il gioco, e ha insistito con la formula dei tre mediani (pur passando dal al 3-5-2). Evidentemente Montella non si aspettava la contromossa del collega. Una strategia che ha funzionato, soprattutto a destra dove Rosi e Lamela hanno fatto danni: erano quasi sempre in superiorità numerica contro Llama. (...)

 

I NUMERI - Alla fine, mentre Luis Enrique ammette che il pareggio è un buon risultato per la Roma considerando il primo round in cui il gol di aveva mascherato una performance insufficiente, l’ultima mezz’ora di gioco ha sistemato le statistiche della squadra. Anche a costo di qualche sofferenza di troppo nella fase difensiva, quasi fatale se si impegnano tutte le risorse possibili per vincere. Morale: la Roma esce dal Massimino aggiudicandosi la partita del possesso palla (58%) e della supremazia territoriale (11 minuti contro 7). E’ stata complessivamente meno pericolosa del Catania ma ha fatto tre tiri nello specchio della porta - il più pericoloso è stato quello di - contro quattro. Non una grande differenza. E per come si era messa il mese scorso, si può essere soddisfatti.