Il caso Luis Enrique

28/02/2012 09:33


CONSENSI - Luis Enrique però è questo, senza mezze misure. E ieri il tecnico giallorosso lo ha ribadito a Coverciano, dove con gli altri allenatori del calcio italiano era alla “Panchina d’Oro”. «Io voglio che quando parlo ci siano tutti - ha raccontato alla platea di colleghi riuniti nell’Aula magna del centro tecnico federale - e pretendo la massima attenzione. Anzi, non li voglio attenti ma affamati» . L’allenatore giallorosso, nella fattispecie, considera la riunione tecnica l’inizio vero e proprio della partita, l’ingresso nel clima dei novanta minuti. Inconcepibile per lui che un professionista non abbia visto l’orario sulla lavagna: «La squadra ha la massima libertà, i giocatori non hanno divieti particolari, possono anche usare i telefoni dove altri allenatori li vietano. Ma proprio per questa libertà di cui godono voglio il massimo rispetto di quelle due o tre regole che ho stabilito, quelle necessarie per controllare un gruppo». (...)
 
CONTRO - Non solo consensi però. I colleghi lo hanno applaudito. Di diverso parere Zamparini: «Io l’avrei rimandato a calci in Spagna». Perché ieri il caso Luis ha tenuto banco un po’ ovunque. E alcuni commenti non sono stati del tutto positivi. Per esempio quello del presidente del Palermo, Zamparini: «Io avrei chiamato il mister e gli avrei chiesto “che c.... stai facendo?”, non credo alla storia del ritardo, se l’esclusione fosse dipesa davvero da quello avrei dato un calcio a Luis Enrique per irmandarlo in Spagna. C'è sotto qualcosa di più grosso» . E che ci sia dell’altro lo hanno pensato tanti tifosi, che ieri si sono scatenati. Perché va bene l’intransigenza, ma ogni tanto bisognerebbe saper anche chiudere un occhio. (...) Altro tema di dibattito: possibile che per un ritardo e per un colpo a un compagno sia prevista la stessa punizione? 

«Ai miei giocatori do molta libertà e poche regole però pretendo che queste siano rispettate da tutti»

fu allontanato dal gruppo, furono i compagni a chiedere che continuasse ad allenarsi con loro. Poi saltò Firenze» fanno sapere da Trigoria.

PARERI - I pareri degli addetti ai lavori sono stati tantissimi. «Non credo che sia stato mandato in tribuna per il ritard o - ha detto il tecnico del , ex giallorosso, Zeman - ma se così è e ci sono delle regole è giusto vengano rispettate, anche da » . E anche l’allenatore del Lecce Serse Cosmi ha detto la sua: «Ognuno ha le sue regole nel vivere lo spogliatoio e nel farle rispettare. Luis Enrique non è solo, c'è una società alle sue spalle, che ha avallato la scelta e va rispettata. Purchè siano coerenti con tutti» . Luis Enrique a Coverciano era accompagnato dal fido collaboratore, il motivatore Antonio Llorente. Ad aspettarlo c’era anche il giallorosso Franco Baldini.

CONCESSIONI - Le discussioni sono andate avanti, praticamente non si è parlato d’altro. E I tifosi in una certa maggioranza non l’hanno capito. Con già c’è stato un mezzo chiarimento nel tardo pomeriggio, dopo le parole di riavvicinamento di , il caso si è trasformato in Luis Enrique e i suoi metodi. I due protagonisti della vicenda tra l’altro hanno un grande rapporto: dopo la vicenda di Bergamo hanno parlato, un mezzo chiarimento già c’è stato. Si rivedranno giovedì a Trigoria, quando tornerà dalla Nazionale, a tre giorni dal derby. I metodi di Luis Enrique infine, non prevedono solo massimo rigore, ma comprendono anche concessioni alla squadra. I suoi giocatori lo seguono, gran parte dei tifosi si interroga, i colleghi lo celebrano, la critica si divide. Prendere o lasciare: Luis Enrique, hombre vertical , è fatto così.  (...)