La Roma di Luis ha mostrato la via

07/02/2012 08:08

E' impossibile riconoscere una strategia logica nelle ultime due stagioni nerazzurre. La sensazione è quella di una fabbrica d'oro dismessa, smantellata ad ogni sezione di mercato un po' di più, senza un piano di riconversione. Si dirà, il fair-play finanziario. Lo shopping affannato delle sezioni di gennaio e acquisti comunque onerosi Alvarez ecc hanno sgretolato il tesoro delle vendite eccellenti: Balotelli, Eto'o...

Si dirà, Milano, abituata a vincere, non può avere la pazienza di Roma con i giovani. Forse. Ma dopo l'abbuffata del Triplete, i tifosi interisti, grati e sazi, avevano la predisposizione ideale per accettare un rinnovamento e bocconi minori. Invece la società ha sfruttato l'apertura di credito dei tifosi per imporre una comoda riconferma di massa, ritoccando il minimo. Questo il grande errore alla base: un rinnovamento imperfetto e senza un preciso piano di volo, come ha tracciato invece nitidamente Luis Enrique, che infatti, tra alti e bassi, sta prendendo quota. Non vuol dire che bisognava svendere in massa , Milito, Sneijder... Bisognava imboccare un percorso tecnico con coerenza e fermezza come la Roma, dismettendo progressivamente i senatori la vinceva vendendo Zidane e rimpiazzandoli con giovani di qualità.

L'errore non è stata la scelta di Benitez e Gasperini. Filosoficamente erano i tecnici ideali per il rinnovamento, perché educatori di gioco, maestri più che gestori di stelle. L'errore è stato non appoggiarli, non dare loro i giocatori richiesti, un gruppo più giovane e quindi più aperto al nuovo: un si fa plasmare meglio di un Cambiasso. Gasperini arriva convinto che Sneijder se ne vada, pronto a giocarsela con il tridente Palacios Lavezzi-Milito-Eto'o. Invece all'ultimo parte Eto'o, non arrivano gli attaccanti esterni e neppure centrocampisti di gamba. Thiago Motta che doveva partire quest'estate, parte a gennaio inguaiando anche il povero Ranieri. Da due anni così: navigazione a vista. Ingeneroso prendersela ora con il tecnico o con i giocatori, vecchi e stanchi, che non si impegnano all'Olimpico. L'Olimpico deve servire alla società per svoltare davvero, finalmente: scegliere un tecnico, proteggerlo e aiutarlo a costruire il suo calcio con giovani di valore. Aggiustare non basta più.