Presi a pallate

06/02/2012 09:14

È la ciliegina sulla torta ben preparata da Luis Enrique, un tecnico che in molti volevano rispedire impacchettato, modello cartoon, a già prima di Natale al grido di «ridatece er minestraro». E invece Baldini &Co. sono stati bravi a tenere dritta la barra, a supportare il nuovo allenatore facendo quadrato, sostenendolo anche quando sembrava impossibile farlo. Tanto di cappello quindi al nuovo corso che mette a segno, nello stesso giorno, due colpi eccellenti. E se il rinnovo di poteva sembrare una cosa scontata (e non lo è stato affatto...), un nodo cruciale sul quale la nuova dirigenza e la proprietà americana tutta ci avevano messo la faccia e non potevano sbagliare, sul fronte del campo i progressi di questa Roma sono evidenti: come il fatto che, al momento, le due cose coincidano in maniera assoluta. Questa squadra, adesso, non può fare a meno di e il suo ritorno in campo contro l’Inter lo ha dimostrato ancora una volta. Proprio intorno a lui ruota tutto il «favoloso mondo di Luis Enrique» e non è un caso che ogni qual volta è in campo, la Roma gioca in un altro modo. È successo ieri contro l’Inter, venuta a Roma senza Sneijder ma soprattutto senza testa... e forse voglia. Sta di fatto che la partita non è stata mai tale, si è giocato a una sola porta, con un possesso palla giallorosso impressionante: sessantacinque per cento e più del doppio di supremazia territoriale. Forse nemmeno contro li Cesena, sempre all’Olimpico, la differenza tra le due squadre era stata così evidente.

E Ranieri? Non fa nulla per arginare la Roma, subisce stordito la supremazia dei padroni di casa e quando cambia qualcosa ormai è troppo tardi. Il risultato pantografa alla perfezione la gara: doppietta di , gol di Juan (terzo finora: non male per un altro di quelli che secondo molti andava già rottamato) e perla finale di Bojan. Nel mezzo grandi giocate di capitan che distribuisce palloni per tutti, solita ottima partita di (quantità e qualità) e non male anche Gago: che forse non gioca la sua gara migliore, ma con lì dietro è libero di andare in avanti ad offendere. A questo va aggiunta (finalmente) una gara sopra la sufficienza di José Angel tornato quello di inizio stagione, la solita costanza di Taddei e l’esordio del giovane Piscitella (che dà a Bojan la palla del 4-0): terzo dell’era Luis Enrique dopo Verre e Viviani. Tutto perfetto quindi, anche troppo. Ecco, il rischio è sempre lo stesso che adesso, dopo questa giornata di sole (neve a parte), si torni a fare i conti-scudetto. Calma e gesso, è solo l’inizio di un percorso che sarà ancora lungo e impervio. Intanto i tifosi si godano il presente, per il futuro si sta lavorando.