14/02/2012 08:29
Difesa a tre Sannino conferma un solo giocatore (Gazzi) rispetto all'exploit in Coppa Italia di giovedì contro il Napoli e soprattutto non molla la difesa a 3, con l'accortezza di far scivolare a turno Gazzi e Del Grosso sulle proprie fasce di competenza e trasformare così, in fase difensiva, il 3-4-1-2 di partenza nel più accorto 4-4-2, visto che Brienza sa arretrare sulla linea mediana per dare il via alle ripartenze in tandem con Vergassola, piazzato davanti alla difesa. La Roma, al solito, fa la partita, anche se Totti va a corrente alternata, Borini è in flessione e la mediana, orchestrata in prima battuta dal tenero Viviani, muove la palla con poca velocità. Nonostante Pjanic e Simplicio tendano a stringersi per agevolare le discese di Rosi e Josè Angel, ad innescare la maggior parte dei pericoli è Lamela. Il 73% di possesso palla giallorosso della prima frazione, però, alla fine produce un solo tiro in porta su punizione, mentre il Siena, come detto, si trova tre volte a tu per tu con Stekelenburg, ma Destro (due volte) e Calaiò (una) non riescono ad inquadrare la porta.
Torna Osvaldo
La ripresa comincia in modo più o meno analogo, ma stavolta a dare concretezza al Siena ci pensa uno sciocco fallo di Kjaer, subentrato all'infortunato Juan. Destro, servito da Brienza, infatti viene atterrato dal danese e dal dischetto Calaiò non perdona. Ci si aspetta un arrembaggio Roma, ma il primo tiro verso lo specchio arriva solo 31' più tardi, quando Borini impegna Pegolo. In questo lasso di tempo Luis Enrique prima rilancia Osvaldo al posto dello spento Totti, poi inserisce Bojan per una trazione anteriore che vede Lamela passare da trequartista a interno di una mediana con una età media di 20 anni (Viviani, Pjanic e lo stesso argentino) e infine piazza Kjaer centravanti della disperazione. Tutto ciò, causa circolazione di palla a ritmi dopolavoristici, non produce nulla, e buon per la Roma che le (troppo) prudenti sostituzioni di Calaiò, Destro e Giorgi sterilizzino le ripartenze del Siena, che torna al tiro solo nel recupero con Angelo. Morale: il 70% di possesso palla finale dei giallorossi stavolta mostra il rovescio inutile della medaglia, mentre il 30% dei rivali vale 3 punti che li tranquillizzano, in attesa del match da recuperare. Impressioni? Un verdetto inaspettato come le lacrime di Sannino a fine gara. Certe emozioni, in fondo, non gelano mai.