PERCORSO - La Roma è ancora sulla strada della crescita. Le novità sono state - e continuano ad essere - tantissime, dalla società al campo. E i dirigenti avevano messo in conto più di qualche battuta darresto lungo il tragitto del primo anno. Ecco la conferma di Sabatini: «Le sconfitte ci stanno, e sono sempre molto dolorose. Ma non dobbiamo permettere che uno stop ci faccia perdere di vista il cammino» . Il dilemma attuale è uno su tutti: perché la Roma gioca bene e non fa risultati?
«Il nostro calcio è diverso, ma ciò non significa che non dobbiamo pensare al risultato. Siamo fiduciosi che nel finale di stagione potremo risalire la china in fretta. Più volte si è sentito parlare di anno di transizione e si è creato quasi un alibi, ma non devessere così, questo no. E chiaro che si è iniziato un nuovo percorso e quindi ci vuole tempo, ma il piano punta allaffermazione in maniera veloce. Non sarà
un piano quinquennale, sarà molto più veloce. E se non ci sarà unaffermazione tecnica e sportiva di questa squadra evidentemente qualcuno avrà sbagliato» . Poi un altro punto in sospeso. Perché in tanti non hanno capito le scelte di gennaio. Nel senso: la Roma ha la possibilità di salire in alto in un campionato che procede a rilento e nel mercato invernale prende solo Marquinho? «La scelta deriva da due considerazioni. Primo perchè a gennaio i calciatori forti non si muovono dalle proprie squadre, e secondo linput dellallenatore era quello di avere la possibilità di lavorare con un numero minore di calciatori. Quindi non è stata una rinuncia dovuta ad un input della proprietà che ha detto non spendiamo soldi» .
DECISIONI - Sabatini quindi si concentra sul futuro. Un futuro che è già cominciato, tra scelte di mercato, prosieguo della crescita e scelte fatte in passato, da riaffermare o da rivedere: «Non credo che la Roma abbia sbagliato le scelte, siamo di fronte a una situazione molto complessa e ci stiamo orientando molto bene. Siamo tranquilli. Cosa faremo sul mercato è legato molto a come si comporterà la rosa attuale, che ci dirà come muoverci. (...) Il ds giallorosso non è uomo tenero, sa il fatto suo. E comunque nel suo lavoro è uno dei migliori. Per questo, anche per questo, si assume le sue responsabilità:
«Me le assumo tutte, sì. Per questo non parlo di scudetto. Ma dico che ciò che conta è la competitività, che significa giocare alla pari con tutti ogni domenica e questo porterebbe certamente ad un risultato molto, ma molto importante. La proprietà (il gruppo americano, ndr)
è presente anche se distante. Da poco io, Baldini e Fenucci ci siamo riuniti e abbiamo tracciato un piano di potenziamento della squadra. Se questa squadra si confermerà per quella che è una nostra proiezione e una nostra speranza, sicuramente lanno prossimo per quello che ci ha indicato la proprietà potremmo diventare forti, molto più forti. Non posso dire molto, ma garantisco che siamo sulle tracce di calciatori di grande profilo» . Non solo giovani quindi:
«Forti, o comunque che noi riteniamo tali. E letà non conta. Ovvio che lesperienza aiuta ma poi si innesca un meccanismo del quale diffido moltissimo che è quello del pensare squadra giovane, squadra che perde. Non è così, se fosse così sarebbero state sbagliate le scelte. Faremo quello che cè da fare ma una squadra non diventa improvvisamente forte perché prende tre giocatori affermati, ma perché
è forte interiormente. Sappiamo bene che i calciatori che verranno dovranno essere molto forti perchè lanno prossimo ci dovrà essere un compimento ed una chiusura di quello che abbiamo iniziato a fare. Ma oggi faccio fatica a dire ci sarà necessità di questo o quello. Dobbiamo valutarlo insieme allallenatore e in società» .
LINEA - E a proposito di scelte, la Roma ha ceduto Vucinic, Menez, Borriello e Pizarro. Tutti giocatori che lottano per lo scudetto...
«Quando sono arrivato qui la prima volta non credo di aver fatto dei proclami, ho detto che cercheremo di costruire qualcosa, siamo a sei mesi di distanza e io sono molto soddisfatto di quello che sta facendo la squadra, e quando dico io dico noi. Ci vuole un po di tempo, ci è voluto un po di tempo che abbiamo già alle spalle. Mi dispiace cogliere ora questo abbattimento delle speranze. Non ho mai messo certezze, però intanto alcune speranze si stanno trasformando in certezze. Le scelte che abbiamo fatto sono scelte, non ci siamo disfatti di giocatori, ma abbiamo fatto scelte tecnico-tattiche, giocatori che erano più o meno funzionali ad un progetto, fatto salvo il loro valore, che conosciamo. Vucinic non voleva rimanere, ed è stata lunica scelta condizionata da una volontà ferrea del giocatore. Le scelte si possono dimostrare sbagliate nel tempo e allora ci sarà un conto da pagare e siamo pronti» . La Roma ultimamente ha incontrato difficoltà tattiche. Sabatini ha una spiegazione: «Le contromisure degli avversari devono essere superate con le nostre qualità. Le contromisure esistono in campo e verrano trovate, ma non vogliamo fare un passo indietro, non vogliamo che il nostro allenatore diventi un tattico, un alchimista. Vogliamo un allenatore che sia portatore di unidea calcistica importante, e questo ce lo stanno riconoscendo in Europa» .