03/02/2012 08:54
E, dato per scontato che non li vedremo subito, almeno che sia possibile cominciare a fissare alcune scadenze. Per sapere quando la squadra sarà competitiva, per conoscere il ruolo della Roma nel campionato italiano e, si spera al più presto, anche oltre i confini della nostra Penisola. Nessuno, finora, ha messo in dubbio la tenuta delle fondamenta del nuovo corso: è stato accettato il progetto ispanoamericano, inteso per la somma tra lallenatore che vuole trasferire lidea barcellonista a Trigoria e i manager che vengono da Oltreoceano per far crescere i ricavi di una società rilevata sullorlo del fallimento e sono stati esaltati i dirigenti italiani più bravi, dal direttore generale Franco Baldini per il curriculum che non è solo di facciata, al direttore sportivo Walter Sabatini per la scaltrezza e al tempo stesso per la genialità nello scoprire talenti in ogni angolo del mondo, fino alllamministratore delegato Claudio Fenucci per leleganza con cui incarna il fair play finanziario.
Ormai le risposte contano più di ogni raffinata dichiarazione. Perché, ad inizio febbraio, con la squadra uscita di scena da ogni competizione, la Roma fa sapere informalmente di non aver né obiettivi né ambizioni in questo anno zero. Fuori ad agosto dallEuropa League e a gennaio dalla Coppa Italia, è a 10 punti dalla zona Champions: a quanto pare, però, era tutto previsto. Addirittura Baldini, dichiarazione della scorsa settimana, si è quasi sorpreso per il rendimento della squadra: «Siamo più avanti di quanto pensassimo». Qualcosa non torna. Da una parte il dg che forse temeva di vedere la Roma in lotta per la retrocessione, dallaltra i 70 milioni spesi in estate sul mercato. Se, investendo una cifra del genere, una squadra non ha ambizioni, il percorso scelto è almeno strano: o gli acquisti sono stati sbagliati oppure ci spiegassero che cosa è successo in questi mesi.[...]