27/03/2012 10:51
Cè una foto su internet, non è difficile da trovare basta digitare le parole Baggio e Totti su qualsiasi motore di ricerca e appare unimmagine carica di ricordi. E uno scatto dei momenti prima del fischio dinizio di Roma-Brescia dellanno dello scudetto. Lo scambio dei gagliardetti, e la stretta di mano tra i due capitani. Con Totti, allora 24enne, che abbassa lo sguardo quasi con timidezza e Baggio che invece osserva Francesco con attenzione, come a non volersi perdere unistante del ragazzo che lo avrebbe superato in fatto di gol in campionato esattamente dieci anni dopo. In occasione di quel record, nel maggio scorso, Baggio disse: «Totti ha lottato tantissimo e ha vinto ogni sfida, ha sempre dato il massimo mettendo amore in campo e fuori e, per tutto ciò che ha fatto, merita questo tipo di soddisfazioni. Va applaudito, perché non è facile per nessuno. Lui, come tutti quelli che subiscono grandi incidenti, ha fatto venire tanti dubbi, ma chi ha coraggio, orgoglio, sa che da lì si può ripartire. Dico a Totti di non mollare, di non fermarsi, di puntare al prossimo record, perché ha la forza e se la condizione lo reggerà potrà fare ancora molti gol».
Come quelli che Baggio fece nel suo finale di carriera a Brescia. Uno su tutti, quello dell1 aprile 2001, appena una manciata di giorni dopo quel Roma-Brescia appena raccontato. Quel pomeriggio grazie a Baggio, la Roma si cucì sul petto un altro pezzetto di scudetto: lancio di 30 metri di Pirlo (allora ancora al Brescia) e poi uninvenzione da fuoriclasse, un tocco delizioso che era uno stop e un dribbling allo stesso momento. Van der Sar a terra, il pallone in rete e la Juve che non va oltre il pareggio.
Magari oggi quando si incontreranno i due avranno modo di ricordare quel gol, di affondare nei ricordi di due carriere così esaltanti eppure così diverse. Da una parte uno che di maglie ne ha dovute cambiare tante, dallaltra il simbolo e la bandiera di una sola squadra. Da una parte luomo che è arrivato ad un rigore da un Mondiale che aveva vinto quasi da solo. Dallaltra il giocatore che lha vinto proprio grazie ad un suo rigore e che senza una volontà di ferro quel Mondiale non lavrebbe neppure giocato. Storie diverse di due grandi campioni, di 416 gol (211 Francesco, 205 Roby) in serie A. Tanta roba