Un allenatore lungimirante da incoraggiare

21/03/2012 09:51

Senza dimenticare che questa gestione ha subito fatto comprendere che il tecnico scelto in Spagna, alla regale corte del , sarebbe stato protetto, perché potesse portare a compimento un progetto a lunga scadenza, una stagione da amministrare con il cartello «Lavori in corso» sotto gli occhi dei tifosi più attenti e responsabili. Alla faccia di chi, e torniamo alle vedove, avrebbe preteso che Luis Enrique se ne tornasse a casa come un cialtrone qualunque, all’indomani dall’uscita da quella Europa League che nessuna mente illuminata avrebbe posto al vertice degli obiettivi stagionali. Del tecnico asturiano mi piacciono la filosofia e gli atteggiamenti. La prima prevede che il bel gioco, un’eccezione per le nostre platee, venisse comunque anteposto ai risultati. I secondi, quell’onestà morale che non tutti i titolari delle panchine del nostro campionato sanno dimostrare. A Udine, un arbitro come Rocchi, puntualmente catastrofico quando è in periodo di luna attraversata, regala al la rimonta e Mazzarri afferma che la sua squadra avrebbe meritato di vincerla, quella partita. Dopo la vittoria di misura sul , che in qualche modo ha rimesso in corsa la Roma verso qualche traguardo europeo più o meno appetibile, Luis Enrique ha detto che la sua squadra non gli era piaciuta, ha elogiato il riconoscendo che avrebbe avuto diritto a un risultato positivo. Non si è adagiato, insomma, sul comodo giaciglio di questi tre punti preziosi, ma ha giudicato la partita come un osservatore distaccato. Va incoraggiato e sostenuto, il tecnico; giovane, come una squadra che da anni non esprimeva così vivide speranze.