Assedio agli spogliatoi

26/04/2012 09:21

Da non dimenticare nemmeno il tifo caloroso, quando il gol di cancella di colpo le delusioni dell’ultimo periodo. Il 2-1 di Lazzari nel recupero fa però esplodere la rabbia della che con un coro molto eloquente invita Luis Enrique a farsi da parte. La contestazione prosegue poi al termine della partita con 200 tifosi ad attendere fuori dallo stadio l’uscita del pullman della squadra. Qualche calciatore lascia l’Olimpico con la propria automobile. C’è chi viene applaudito come e Burdisso (che oggi si recherà ad Arezzo per avere l’ok dal Professor Cerulli per ultimare la fase finale della rieducazione). Lamela, invece, è bersagliato dagli insulti. Situazione che consiglia le forze dell’ordine di far dirigere il pullman per precauzione verso l'uscita opposta, lato curva nord, quando l'assembramento dei sostenitori – che ha avuto anche un colloquio serrato con i dirigenti Baldini e (pronto a rassicurare che «in estate si farà mercato») - si era già dissolto. Sembra finita. Scortata dalla polizia, la Roma si dirige verso Trigoria. Qui la sorpresa: ad attendere la squadra c’è un gruppo di una trentina di persone. Va in scena una nuova protesta che per fortuna non trascende.
Un clima che ha suggerito al Baldini di presentarsi ancora una volta davanti alle telecamere: «Contestare è assolutamente legittimo. La tifoseria ci ha dato ampio appoggio. E' normale che ora possano dimostrare il loro disappunto». Una sconfitta che non scalfisce l’idea del dirigente riguardo a Luis Enrique: «Da parte mia non c'è alcun dubbio, ne ho di più sul mio operato. Se c'è un responsabile di questa situazione sono io che ho scelto tutte le persone che compongono la dirigenza e la parte tecnica della Roma. Se la proprietà americana mi autorizzerà a prendere ancora decisioni, Luis Enrique sarà l'allenatore della Roma anche il prossimo anno».
 
Nel momento più difficile della stagione prova a vedere qualcosa di positivo: «Assisto agli allenamenti ogni giorno e vedo l’abnegazione e la disponibilità dei giocatori nei confronti del tecnico. Ad un certo punto del campionato sembrava che quest’identità fosse ben concreta. Credo che questo valga molto rispetto al sentirsi improvvisamente non ancora adeguati a fronteggiare un campionato, dove ci si è presentato addirittura la possibilità di poter competere per il terzo posto. La cosa sembra aver minato alcune certezze ma non la bontà del lavoro dell'allenatore». Poi, però, ai microfoni di Mediaset, è costretto ad ammettere: «Se oggi è finito qualcosa? La percezione è questa ma è solo una percezione».