10/04/2012 10:29
La sconfitta di Lecce, però, è stata diversa dalle altre. Il comportamento in panchina di Luis Enrique, seduto come una statua in panchina per 70 minuti, e il particolare di non aver fatto nemmeno un cambio sono saltati all'occhio di tutti. Il linguaggio dei gesti era chiaro: se volete autogestirvi in campo, con lanci lunghi e gli esterni di difesa «bloccati», fate pure. Ma non sarò vostro complice. E ieri l'asturiano ha parlato alla squadra. Basta figuracce, comportiamoci da uomini: dipende da voi. Questo, in sintesi, il discorso.
L'atteggiamento di Lecce ha sconcertato anche qualche dirigente. La difesa del lavoro di Luis Enrique da parte della società, però, è stata completa. Tanto che ieri Baldini e Sabatini hanno parlato con alcuni giocatori «pesanti» della squadra, che hanno ribadito la fiducia nei confronti dell'allenatore. Ma è davvero così? Heinze ha parlato in tempi non sospetti e direttamente con Luis Enrique dei suoi dubbi sulla fase difensiva della squadra, Gago è sulla stessa lunghezza d'onda, Stekelenburg è sull'orlo della crisi di nervi perché a ogni partita si presentano giocatori soli davanti a lui, Taddei ha sempre risposto presente ma gioca in un ruolo che non sente suo. Un po' come Totti. Il rapporto con De Rossi non è stato rafforzato dalla punizione di Bergamo, anche se la dedizione di Ddr alla maglia è assoluta. Tanto da giocare in condizioni fisiche precarie, a rischio di sbagliare. José Angel e Kjaer giocano terrorizzati, Osvaldo e Pjanic sono cani sciolti, soprattutto il primo. Quelli pronti a buttarsi nel fuoco per l'allenatore sono pochi: Borini, Bojan, forse Rosi. Luis Enrique ha contratto anche per la prossima stagione e Baldini lo ha sempre difeso e incoraggiato. La sua idea è continuare con l'asturiano per non buttare via un'intera stagione. L'unico modo per rafforzarlo, però, è comperare quattro o cinque giocatori adatti all' idea di gioco del tecnico