Roma, i tormenti di Lucho
30/04/2012 09:37
SCENARIO - Il
mantra concordato con Baldini (
«A fine campionato valuteremo i problemi e studieremo le soluzioni» ) assomigliava tanto a quel possesso palla senza tiri in porta che gli è stato rimproverato dalla Curva Sud. E un rinvio della responsabilità di scegliere. Ma se avesse già deciso di rimanere alla Roma, lavrebbe comunicato. Invece le possibilità sono due: 1) non è ancora sicuro di continuare e vuole capire se ambiente e giocatori sono con lui in questo finale di campionato;
2) è sicuro di andare via e non vuole dirlo per evitare che la Roma, più o meno consapevolmente, ceda di schianto nelle ultime tre partite.
LEuropa League è ora difficile da raggiungere ma rimane un obiettivo.
IL MENTORE - In ogni caso, la decisione sarà tutta sua. Fosse per Baldini, Luis Enrique avrebbe ancora in pugno la Roma. «Piuttosto me ne vado io» , ha spiegato in tribuna autorità a un tifoso che chiedeva la cacciata dellallenatore. E il pensiero, nella testa di chi guida le strategie della società, cè anche stato: chi me lha fatto fare di lasciare la quiete di Londra per tornare ad assorbire lo stress del calcio italiano? Ma alla fine Baldini, salvo precipitazioni imprevedibili, non se ne andrà. E se Luis Enrique dovesse abbandonarlo, non cercherebbe di trattenerlo per aggrapparsi a una questione contrattuale. Chiamerebbe un altro, forse laltro pupillo iberico: Villas Boas.
LA GIORNATA - Ieri, intanto, Luis Enrique si è presentato regolarmente a Trigoria di prima mattina e ha fatto un discorso di incoraggiamento alla squadra: «Sono contento della partita. Avete giocato un grande primo tempo e siete stati bravissimi a reagire dopo lo svantaggio» . I giocatori lhanno visto rinfrancato rispetto alla scorsa settimana, quando aveva perso verve e fiducia. Anche perché il temuto seguito della contestazione a Trigoria, che ha toccato profondamente la sensibilità dellallenatore, non cè stato. Nonostante il cielo grigio che sconsigliava gite domenicali, nessun tifoso si è presentato per manifestare. Meglio così per la Roma. E stato un giorno di calma, di schiarite, se vogliamo di indifferenza, dopo tante tensioni. Questa è la normalità che piace a Luis Enrique. Almeno quanto la partitella che ha giocato con i suoi ragazzi, a fine allenamento, nella squadra dei «rossi». (...)