Roma, manita da Champions

02/04/2012 09:42

La Roma non si arrende. Nonostante le assenze pesanti, Luis Enrique si gode la prima rimonta (l’ultima contro la Sampdoria già retrocessa, sempre all’Olimpico, nella giornata conclusiva del torneo scorso). I giallorossi restano in testa per i punti fatti nei primi quarantacinque minuti, ma contro il Novara crescono nella ripresa, cosa mai accaduta nelle ultime tre partite. Sta a significare che il gruppo non ha la lingua di fuori.

In difesa mancano Heinze, Burdisso e Juan e, proprio nel giorno in cui deve per forza arretrare da centrale vicino a Kjaer, pure non è disponibile e a centrocampo Luis Enrique vara un trio mai collaudato: Gago in mezzo, ai suoi fianchi Simplicio e Marquinho. La Roma è diversa più per l’emergenza che per scelta. La differenza contro il Novara non la fa il coro, ma i solisti. Osvaldo su tutti. L’italoargentino realizza la terza rete consecutiva in tre gare, la decima di questo torneo che gli permette di entrare in doppia cifra (unico tra i giallorossi), produce gli assist per i gol di Marquinho e Lamela, prende una traversa e fa in assoluto respirare i compagni nei momenti più duri del match. Accanto a Osvaldo, mancando , si rivede titolare Bojan: è la migliore intuizione di Luis Enrique. Lo spagnolo sta più in forma di Lamela, inizialmente in panchina. La sua freschezza è preziosa e manda in tilt la difesa del Novara che non aveva subito nemmeno un gol in sei delle ultime otto gare. Anche Marquinho è decisivo e non solo per la sua prima rete con la nuova maglia. Il brasiliano, tra i centrocampisti, è in questa partita il più affidabile nella corsa e come qualità. E nei movimenti.

La Roma, cosa da mettere in preventivo, sbanda dietro. Caracciolo si presenta con un gran gol: di nuca e spalle alla porta, su lancio di Gemiti, anticipa e supera
Stekelenburg al diciassettesimo per il vantaggio del Novara, dopo le occasioni sprecate da Jeda e Osvaldo. Il reparto arretrato soffre sui lati, dove Taddei sembra stanco e Josè Angel chiude male. Caracciolo, diagonale sballato, fallisce il raddoppio e Osvaldo, cross da destra di sinistro, pesca Marquinho: il brasiliano sovrasta Paci e firma il pari al venticinquesimo. Di testa. Come Osvaldo, su corner di , per il sorpasso al trentaquattresimo. Il Ujkani, infortunatosi ad una mano in un precedente scontro con l’italoargentino, è dolorante. Non rientrerà nella ripresa: dentro Fontana. Osvaldo, su cross di Josè Angel, prende subito dopo la traversa, splendida la girata, ancora di testa.

Nel finale di tempo brividi per la Roma: su un corner velenoso di Jensen e su un colpo di testa di Lisuzzo. Al quarantaquattresimo protesta il Novara: Jeda atterrato in area da Kjaer su tocco in profondità di Caracciolo. Sarebbe rigore e rosso, ma l’assistente Giachero chiama un fuorigioco che non c’è. Jeda, nuova dormita di Kjaer su lancione (tipo Muntari per Ibrahimovic a San Siro) di , si pappa la chance del 2 a 2 ad inizio ripresa. I giallorossi, finalmente concreti, non perdonano e abbattono il 5-3-2 di Tesser: Simplicio usa il cucchiaino per il 3 a 1 al decimo e lascia il posto, per un fastidio muscolare alla coscia, a Perrotta; Bojan, in contropiede su verticalizzazione di Marquinho, segna la sua quinta rete in giallorosso per il 4 a 1 al diciassettesimo, dedicandola all’amico Abidal, e va in panchina per dar spazio a Lamela. Al minuto 33, sbaglia anche l’altro assistente di Romeo, il signor Comito: Morimoto, su sponda di Caracciolo, è in fuorigioco quando realizza la seconda rete del Novara. Entra Viviani per : il capitano resta a digiuno, ma più che per se stesso gioca per la squadra. Marquinho chiude da trequartista. Lamela, a fine recupero, sigla il gol del 5 a 2, il suo secondo in A: sinistro garbato su invenzione di Osvaldo. All’ora di pranzo, il pubblico dell’Olimpico si gusta l’abbuffata.