Marquinho e Simplicio storie diverse, stesso destino

01/05/2012 10:43

È un destino strano il loro, che oggi a Verona (ore 18) probabilmente si contenderanno una maglia contro il Chievo e che hanno saputo far cambiare idea a Luis Enrique e ai tifosi. Simplicio - l'immagine della sua invasione della Monte Mario per baciare la moglie Elaine e il figlio Jordan ha fatto il giro del mondo - non avrebbe dovuto nemmeno far parte di questa rosa. Il suo nome è stato depennato da (sembra per vecchi rancori risalenti ai tempi del Palermo) dalla lista per il ritiro e mentre i suoi compagni prendevano confidenza con Lucho a Riscone, «Arnold» si allenava a Trigoria in cerca di una sistemazione. Che non c'è stata nel mercato estivo. Recuperato il tempo perso, è stato il tecnico spagnolo a gennaio a bloccarne la cessione al . Non è diventato un titolare fisso - difficile esserlo nell'unico reparto in cui la Roma ha abbondanza - ma ha avuto il merito di farsi trovare sempre pronto e (soprattutto) di confermare il suo «vizio» del gol: ne ha segnati 43 in Serie A, 4 in questa stagione (più di , e Lamela fermi a 3) e ha una media di una rete ogni 202 minuti. Meglio di molti attaccanti.

Si sta guadagnando la riconferma a suon di gol (con quello al è arrivato a quota 3) anche
Marquinho. Arrivato a gennaio in prestito dal Fluminense, sembrava uno di quei giocatori destinati a rimanere una meteora. Invece Aquistinho - questo il soprannome che gli hanno dato, più per gioco che per reale convinzione, Baldini e - «rischia» di essere una delle più belle vittorie di . Che ora per completare l'opera dovrà ottenere uno sconto ulteriore rispetto ai 4.5 milioni di euro pattuiti per riscattarlo definitivamente. Si era presentato dicendo di avere Zidane e Ronaldinho come modelli e di essere un giocatore già pronto per il calcio italiano: almeno sulla seconda affermazione non gli si può dare torto. Di certo a Trigoria ha già convinto tutti.