27/06/2012 12:41
Questo è, in soldoni, il riassunto dell'intercettazione che ha fatto saltare sulla sedia il procuratore capo di Cremona, Roberto di Martino, tanto da fargli prevedere «effetti devastanti», «la cosa peggiore» tra quelle emerse nell'inchiesta sul calcioscommesse. A parlare è Massimo Leopizzi, capo ultrà genoano, poche ore dopo l'arresto di Milanetto, il 28 maggio, quando i siti internet avevano già diffuso le sue foto con Domenico Criscito davanti all'Osteria del coccio di Genova.
La conversazione con un altro tifoso di nome Davide è stata intercettata dalla squadra mobile di Alessandria nell'indagine che ha coinvolto il pregiudicato Altic, amico di Sculli, e trasmessa a Cremona. Qualche particolare era già emerso, ma adesso la Gazzetta ha potuto leggere la trascrizione dell'intera conversazione. Avvertenza: Leopizzi al pm ha negato di aver incontrato Zauri, ha detto di avere riferito «discorsi da bar», ma al tifoso Davide fa capire il contrario. La Procura sta ancora indagando, non crede alla seconda versione di Leopizzi, ma ha dubbi sull'enormità della cifra che sarebbe servita per la combine (1 milione 800 mila). Nessuno, per ora, sa con certezza se quello che l'ultrà dice al telefono è la verità, se l'incontro con Zauri c'è stato davvero. Tocca ai magistrati verificarlo.
L'incontro con Criscito Quando tra le 17.22 e le 17.49 del 28 maggio Leopizzi parla con Davide, il capo ultrà è irritato e preoccupato per la diffusione delle fotografie in cui lo si vede con Criscito, pochi giorni dopo il derby. In quel periodo era sottoposto all'affidamento in prova e non poteva lasciare la sua casa di Urbe, in provincia di Savona. Questa violazione avrebbe potuto spingere il magistrato di sorveglianza a chiedere la detenzione in carcere: «Il mio avvocato mi ha già detto di preparare la borsa». Leopizzi dice che l'incontro tra lui, l'altro ultrà Filippo Fileni e Criscito era finalizzato «a fare il culo» al difensore («M'ha detto: perché non mi dai la mano? Gli ho detto: perché sei un uomo di merda... Perché ti sei venduto il derby. Lui m'ha cominciato a raccontare la storia del derby») e che Sculli era lì per caso e non per progettare con loro la combine di Lazio-Genoa, come sospettato dagli inquirenti. Dice Leopizzi: «Io pago perché ho sbagliato a essere lì perché non dovevo esserci e pagherò, pazienza, non è un problema... Però da un punto di vista etico e morale io non voglio... anzi, peraltro sto facendo un comunicato, lo faccio stasera, dove non racconto tutto perché non posso, non voglio raccontare tutto su una persona che è in carcere, perché un incarcerato non si butta ancora più nella merda». (chi ascolta la conversazione annota: dice di voler essere ascoltato dal dottor Salvini). Leopizzi racconta che i capi ultrà sono andati a «interrogare» tutti i giocatori sospettati. Da questo punto in poi è opportuno riportare l'intercettazione quasi integralmente.
Davide: però allora bisogna dare i nomi.
Leopizzi: raccontiamo tutto... raccontiamo tutto.
D: e poi il discorso è: il prossimo anno Sculli se ne deve (andare), qua non ci deve stare.
L: fuori dal cazzo, però ti dico una cosa Davide... Sculli quella sera non c'entra niente, non è lì per il derby. Sculli è della Lazio quella sera.
D: va beh.
L: è lì con un amico suo (il pregiudicato Altic, ndr) col quale parla forse di macchine, di Ferrari, di assicurazioni. Io e Fabri andiamo lì perché Fabri mi dice: ho sentito Criscito e mi ha detto che è lì. Bene, dico, andiamo a chiedere spiegazioni. Sculli il derby non l'ha giocato. Eravamo lì per Criscito come il giorno prima eravamo io e Marco in Piazza Paolo da Novi con Marco Rossi, mi spiego?
D: certo.
L: a noi interessava il derby. E di fatti poi abbiamo saputo come era la storia del derby e poi insomma i ragazzotti se la cantano (...)
D: lo sappiano chi c'è ancora (nella presunta combine, ndr) e dovrebbe uscire perché se fosse un uomo sarebbe il primo a dire "Signori vi dico la versione".
L: ma ragazzi, cioè, ma il quinto, il quinto del giochetto è Palacio.
D: e appunto... a posto no, ma ce n'è un altro.
L: non Kaladze sul derby.
D: no no è Scarpi.
L: io a 'sto giro non so un cazzo.
D: Massi è Scarpi.
L: ma sul derby ti dico i nomi, te li dico a voce alta. I contattati sono Marco Rossi che dice "siete matti" ok? Dice: siete dei pazzi, non accetterei mai, e difatti Marco è l'unico pulito. Criscito che dice uhm.
D: (ride).
L: quello che fanno i vecchi... dice nì, dice: quello che fanno i vecchi facciamo anche noi. Ma queste sono cose che sappiamo tutti cioè io, Roberto, Marco... Puoi domandare... E dice: se lo fanno i vecchi lo faccio anche io. E poi ci sono Palacio, Dainelli e Milanetto. Punto chiuso. Il derby è questo. Ti do i dettagli.
D: il derby sì, però c'è anche il signor Scarpi se vogliamo parlarne. Perché poi allora veramente se facciamo pulizia togliamo tutto.
L: assolutamente.
D: perché se no allora ci troviamo sempre qualcuno che sa qualcosa di più e non va bene.
L: parli con quello che ne sa più di tutti, te lo dico io. Ho detto che Milanetto se ne deve andare non perché me l'ha detto qualcuno... un giornalista... un amico al bar. Perché me l'ha detto il suo compare, hai capito?
D: sì.
L: e ti aggiungo un pezzo. Io quest'estate, quando facemmo la contestazione a Milanetto, quel pomeriggio ero a Auronzo di Cadore, al ritiro della Lazio... E l'uomo che racconta tutto te lo dico qua... E' Zauri. Non Mauri... Zauri. Che Zauri quel giorno era in campo (con la Sampdoria, ndr).
D: ah ah
L: Zauri racconta dei 100 mila euro per diciotto da spartire per 5 giocatori del Genoa. Che facevamo 350 mila euro a giocatore, e poi Zauri dice anche (che) l'accordo era: l'anno prossimo il Doria in Serie A due derby...
Cade la linea, ma gli inquirenti interpretano così la frase: in cambio del pareggio, in caso di salvezza il Genoa avrebbe avuto in cambio anche la vittoria nei due derby dell'anno successivo. Per la cronaca, Zauri nel 2001 fu prima squalificato dalla Disciplinare per un anno e poi prosciolto per la presunta combine (con scommesse) di Atalanta-Pistoiese. Ma Cristiano Doni di recente ha confessato che quella partita fu davvero taroccata (il reato è prescritto).
Scuse Intanto, ieri gli ultrà genoani (7 ai domiciliari, 3 con obbligo di dimora) ascoltati dal gip Nadia Magrini che indaga sulla sospensione di Genoa-Siena del 22 aprile hanno spiegato che la contestazione sarebbe andata oltre le loro reali intenzioni e hanno chiesto scusa alla città.