Totti, Montella, Bati. E fu scudetto

17/06/2012 11:13

Trentatré giornate in testa alla classifica con un vantaggio a tratti mostruoso, per ritrovarsi all’ultimo metro della volata con la solita incollata alle terga. Della mattina del 17 giugno ricordo soprattutto uno striscione meraviglioso, enorme, esposto a Piazza Santa Maria Liberatrice. Diceva: «La Roma siamo noi!». Nei giorni e nelle settimane a venire di striscioni, anche molto belli ne ho visti a decine. Nessuno mi ha colpito e commosso quanto quello. Era allo stesso modo un presagio di vittoria, meglio, la firma su un presagio di vittoria e la reazione splendida al tentativo patetico dei “4” (ma proprio “4”) tifosi della Lazio che l’anno precedente avevano cercato di festeggiare il proprio scudetto a Piazza Testaccio. C’è poi lo stadio, per una questione che sarebbe lungo e inutile spiegare, arrivai in distinti Nord a 20’ dall’inizio della partita. Scendendo a Piazza Mancini mi ero ritrovato davanti un ragazzo completamente bardato di biancoceleste... maglia ufficiale, pantaloncini, berretto... con una voce metallica disse: «Tanto lo perdete ». Che ci crediate o no, nessuno gli torse un capello, nessuno lo apostrofò neanche, forse per lo stesso motivo per cui gli indiani Comanche ritenevano sacri ed intoccabili i folli. Ci furono poi i 90’ che nella mia memoria sono indimenticabili. Ricordo tutto, a partire dal mare impressionante di bandiere, non avrei mai creduto che potessero entrarne tante in uno stadio. Le facce delle persone s’intuivano solamente in quell’ondeggiare frenetico. Arrivò il primo gol di quindi Montella e Batistuta, poi il terrore sovraumano che provai dopo la prima invasione. Ce ne fu una seconda, quella più devastante e vidi il mio vicino prendere a cazzotti la ringhiera di ferro alla nostra destra. Quando arrivò la fine non me ne resi conto. Continuavo a chiedere: «Ma è finita? Ha fischiato la fine? E’ un’invasione?». Telefonai a casa per chiedere notizie, mio padre fu drastico: «Aho, ma che te sei bevuto er cervello? Ma non stai allo stadio? Abbiamo vinto lo scudetto!». Una delle gioie più grandi e intense dell’AS Roma, un successo che risplende come un sole nella nostra storia.