Zoro: «Forza boemo ma Luis mi mancherà»

22/06/2012 09:44

 

Pazienza Nonostante la stagione amara, «Zoro» ha ancora parole di stima per Luis Enrique: «Ho creduto in lui fino all'ultimo e, quando se ne è andato, ho visto un altro sogno giallorosso arrestarsi bruscamente. Forse se fosse stato meno rigido nel suo credo tattico...». Riguardo la proprietà americana, si dimostra un tifoso indulgente: «La pazienza non è eterna, ma è ancora presto per giudicarli».

Il mio capitano Idee chiare su Zeman: «Grande uomo, un personaggio particolare. È un esteta del calcio, ma da lui mi aspetto non solo il bel gioco con tanti gol, ma anche le vittorie. Non vorrei però ci fossero troppe aspettative». La Roma l'ha sempre seguita allo stadio, dagli scudetti del 1983 e del 2001 alle delusioni di Roma-Liverpool e Roma-Lecce. Un giocatore gli è rimasto particolarmente nel cuore: «Di Bartolomei. È stato il mio primo vero capitano. Avevo 13 anni quando la Roma vinse il secondo scudetto. Il giorno della sua morte ho pianto davanti alla televisione. Da bambino, a 9 anni, lo incontrai a una festa della Roma. Gli confessai di voler fare il calciatore e lui mi disse di provarci, ma di non smettere mai di studiare. Dopo il suo ritiro, lo incrociai nei corridoi di Scienze Politiche alla Sapienza. Si era iscritto alla mia stessa facoltà. Quel giorno solo io lo riconobbi».