27/07/2012 09:34
Dopo la partenza dalla panchina, Lamela ha rappresentato il grimaldello utile a concretizzare le occasioni create. Ha messo lo zampino sia nel gol di Bradley sia in quello di Florenzi, ma soprattutto non è parso più un corpo estraneo. Meglio così, perché un avviso ai naviganti dell'universo giallorosso è d'obbligo: Lamela non «può» fallire. Un eventuale flop dell'investimento più oneroso della proprietà statunitense finora (oltre 20 milioni tutto compreso) rischierebbe di riflettersi sul giudizio della dirigenza. Non a caso Erik è un pupillo del d.s. Sabatini, che a volte ha metabolizzato le critiche come una sorta di attacco indiretto al suo operato. Fobie, ovvio. Ma una cosa è certa: Lamela, pur avendo solo 20 anni, sente la responsabilità del prezzo costato. Avrebbe voluto bruciare le tappe, diventare un protagonista, soprattutto segnare di più (gol utili, non malinconici). Tutto questo non è successo però, nonostante la concorrenza agguerrita in attacco, sbaglierebbe a perdere fiducia proprio ora.
Zeman è l'allenatore giusto per esaltarlo. Basterà seguirlo per vedere evaporare i fantasmi.