La squadra che verrà. Giovane e sicura. È già una Roma che va in «Taxi»

05/07/2012 10:12

Segno del destino Hellas. Un greco non poteva che farsi notare lì, in una squadra che porta il nome del suo paese. Verona, però, è lontana da Nauplia, nella periferia del Peloponneso, dove Tachtsidis è nato e da dove, nel 2010, è partito alla volta dell'Italia, scovato da quando era in scadenza di contratto con l'AEK Atene, stessa squadra da cui lo stesso due anni prima aveva preso Papastathopoulos. Il paradosso è che Tachtsidis, il più giovane giocatore della storia dell'AEK a esordire in prima squadra e in patria considerato un enfant prodige (si fece conoscere con una doppietta alla Germania con la nazionale Under 19), con il non ci ha mai giocato, e la prima presenza in serie A potrebbe farla proprio con la Roma.

Apparizione Ma non sarebbe la prima volta all'Olimpico, dove Tachtsidis — che per un anno in Grecia si è anche incrociato con l'ex giallorosso Dellas — è già stato il 10 gennaio: era in panchina, vide il Verona sfiorare l'impresa in Coppa Italia con la Lazio, quando segnarono un ex laziale, Emanuele Berrettoni, e un romanista, Marco D'Alessandro, riscattato ma tra quelli che non si sono allenati neppure a Trigoria (andrà al Cesena). «Non ha paura di niente, nemmeno di giocare in una grande squadra — dice proprio Berrettoni —. Ha un avvenire importante, con Zeman si toglierà le sue soddisfazioni. Ed è anche un bravissimo ragazzo, senza distrazioni». Da piccolo giocava dietro le punte, poi l'esplosione fisica (ora supera il metro e 90) lo ha arretrato di diversi metri, ma il piede è rimasto comunque «educato».

Roma nuova Aspettando Tachtsidis e Bradley (che Zeman vorrebbe già nei prossimi giorni a Riscone), ma anche , che stanotte ha giocato il ritorno della finale di Copa Libertadores, c'è da registrare il primo pit stop di Dodò a cui ieri, dopo la prima doppia seduta «zemaniana», si è leggermente gonfiato il ginocchio sinistro operato sette mesi fa. Nulla di preoccupante, solo routine per chi, come il brasiliano, non è abituato ai carichi di lavoro di Zeman ma soprattutto deve riabituare l'articolazione a sforzi e cambi di direzione. Aspettando di correre su e giù per la fascia sinistra, magari un «Taxi» gli potrebbe fare comodo.