Quando il progetto c’è davvero

26/07/2012 10:54

Personalmente sono in apprensione per il : Stekelenburg non sembra piacere alla follia al nuovo allenatore, né l’anno scorso è sembrato a noialtri spettatori di quelli che fanno pure qualche miracolo; , per parare para, ma alla sua maniera, senza lo stile del rifinito in anni e anni di lavoro, sempre un po’ casuale, smanacciante, con una presa sempre problematica. Tutti però abbiamo istintivamente fiducia nella Roma di Zeman appena abbozzata dopo le “ripetute”.

Da ragazzo nei campionati studenteschi correvo spesso i 1000 metri che stanno fra la velocità prolungata e il mezzofondo, una sorta di tortura. Andare regolarmente sotto i 3 minuti e ripeterli una decina di volta può ben formare, ve l’assicuro, nei più giovani il carattere. Un amico mi ha detto: “Oh, Vittò, almeno quest’anno ci si diverte a tornare allo stadio, poi arriveremo dove arriveremo, no?”. Gli ho dato ragione perché la penso anch’io così. Il nipote dell’antico e saggio “Cesto” Vycpalek venuto tanti anni fa da Praga a fare buon calcio da mezz’ala (il primo straniero a vestire la fascia di capitano) e poi da allenatore, è deciso a cogliere l’occasione. Lasciamolo lavorare e lui ci darà sicuramente la soddisfazione del bel gioco unita a risultati importanti. Ma, per favore, lasciamolo lavorare senza isteriche pressioni. Quest’anno il “progetto” c’è per davvero, senza noiosi ideologismi, e in salsa non celtica bensì mitteleuropea. Cioè con paprika.