Roma-El Salvador 2-1: i giallorossi vincono ancora negli Usa

28/07/2012 11:50

El Salvador, anche se non va al mondiale dall’’82 e fatica nelle qualficazioni arrancando dietro il Costarica e il messico, è nazionale al sessantasettesimo posto nel ranking Fifa. Ma scompare davanti alle onde giallorosse che non finiscono mai. Travolgenti e insistenti anche nel New Jersey, nello stadio dei Red Bulls (ex Metro Stars), nuovissimo e diventato Arena, come l’Hypo di Klagenfurt, perché acquistato dalla multinazionale autriaca.

La Roma fa il primo gol dopo un minuto e mezzo. Lancio di Burdisso per Osvaldo che ubriaca di finte e controfinte Heriques e piazza di il diagonale vincente. E’ l’inizio di un’autentica esibizione. Il pubblico è contro, perché i tifosi, come si nota dalle maglie azzurre che sono in tinta con l’Arena di Harrison, sono tutti (o quasi) per la nazionale del ì Castillo. Si esalteranno, però, per le parate del titolare Portillo.

Il raccolto dei giallorosisi è misero, solo 1 a 0 all’intervallo, perché sono quindici le occasioni da rete, otto nello specchio della porta. Nitide e anche coinvolgenti. Due volte ci provano , Lamela, , compresa una traversa, e Osvaldo, spettacolare la rovesciata per il salvataggio sulla linea. Tentativi anche di Heinze e Taddei, più un paio di conclusioni di respinte sul più bello. Il capitano è in gran forma. Lancia, arretra, difende, inventa, tira e, cosa fondamentale, corre.

L’attacco è quello titolare, in attesa dell’arrivo di che si giocherà il posto con Osvaldo, sempre centravanti, Lamela, ancora utilizzato a destra, e , spostato a sinistra anche contro El Salvador. Il gran lavoro, però, è dei centrocampisti. Bradley in mezzo fa da diga, vola a destra e ricama a sinistra. I tre sono attenti e agguerriti. Dietro Romagnoli convince per la personalità e aiuta Burdisso che continua la fase di recupero partita. Taddei va a destra per lasciare la corsia sinistra a Heinze. Due senatori sulle fasce che comunque accompagnano gli altri all’assalto del fortino della nazionale centroamericana. Solo una parata di , prima dell’intervallo: non trattiene la punizione di Castillo, ma è super nel chiudere, dopo la respinta, su Henriquez.

Assenti gli infortunati Stekelenburg e Lopez, più il convalescente Dodò, Zeman dà spazio a gran parte dei giocatori portati negli Usa. Le alternative, però, non sono come i titolari. Almeno qui nel New Jersey. Colpa della stanchezza. All’inizio della ripresa sbaglia sul tiro scontato di Gutierrez che pareggia. Subito dopo lo grazia Ulloa. La Roma della seconda parte allenta la presa e soffre la rapidità e l’estro dei rivali. Anche perché Tachtsidis sbaglia l’approccio alla gara e il centrocampo ne risente. Appena Marquinho, stavolta a destra nel tridente, si sistema meglio e riprende quota, la Roma passa. Bojan inizia l’azione e va anche a concluderla. Proprio su tocco all’indietro di Marquinho che gli acchitta la palla sul , in area, per il diagonale del 2 a 1.

Osvaldo potrebbe chiudere il match, evita il nuovo pari e cancella l’errore. E’ decisivo su Quintanilla e Bonilla. Tachtsidis entra sulla palla, con troppa convinzione magari scarcando eccessiva rabbia. L’arbitro fischia il fallo, ma figuero, impaurito dal contrasto, dà una testa al greco che lo allontana con una spinta e vorrebbe poi andar oltre. Il signor Vaughn, abbastanza modesto, mostra il gallo e, suggerimento del guardalinee Quisenberry, pure il rosso a Tachtsidis. Che a quel punto si vuole fare giustizia da solo e anche i compagni faticano a fermarlo. Mancano dieci minuti. Ma anche in dieci la Roma resiste. E vince ancora.