«Saremo sempre al vostro fianco»

04/07/2012 11:22

Ma quello che sicuramente non manca è il sentimento. Perché la Roma di Zeman è questo, un sentimento, e come tutti i sentimenti è difficile da spiegare. E ogni tifoso giallorosso fa parte di esso. E’ un legame indissolubile. «Noi siamo qui per dire al mister e alla squadra che, comunque vada, siamo stati, siamo e saremo al loro fianco» dice Francesco, arrivato a Trigoria all’alba per incoraggiare la squadra sin dal primo giorno di lavoro. «Non so cosa mi aspetto l’anno prossimo, l’unica cosa che so è che Zeman è garanzia di divertimento, di bel gioco, cosa che l’anno scorso è mancata. Dobbiamo crederci, dobbiamo voler fare un campionato alla grande per cancellare tutte le enormi delusioni, che però non ci hanno mai fermato».

Dario, maglia di sulle spalle e lupa capitolina tatuata sul cuore, è sulla stessa linea di pensiero: «Sono qui per dimostrare che io nonostante tutto non mollo mai, e chiedo a questa squadra di fare lo stesso. Top players o no, non mi interessa, l’importante è che ci sia voglia di dare ai tifosi le gioie che meritano, perché il calcio senza di noi non esisterebbe. Certo, se arrivasse un campione non mi farebbe schifo, ma io credo che in questa squadra di campioni assoluti già ne abbiamo due, che si chiamano e , e allora de che stamo a parlà?».

La pazienza è l’arma vincente per Stefano: «Io credo che dobbiamo stare un po’ più calmi, in fondo siamo solo al 3 luglio. Anzi, se vogliamo siamo solo al 3 luglio e c’è già un nuovo acquisto a Trigoria. Forse la gente s’è dimenticata la filosofia degli acquisti del 31 agosto a parametro zero… Ci lamentavamo tanto anche l’anno scorso, e poi dei buoni giocatori sono arrivati. Certo, di flop ce ne sono stati, come Angel e Kjaer. Ma è arrivato anche Lamela, poi , Osvaldo e . Che non saranno i della situazione, ma sono già una buona base. Con le cessioni degli inutili come Borriello, vedrete che arriverà anche il campione che ci farà godere a tutti quanti. Io mi fido di ».

C’è invece chi crede tanto in Zeman, ma vorrebbe che il boemo fosse ben supportato dalla società: «Zeman è una scelta perfettamente in linea con la filosofia imposta dalla Roma l’anno scorso» dice Luca di fronte ai cancelli di Trigoria. «E’ un progetto che parte dai giovani, che li fa crescere e maturare, per poi vincere. Certo, in confronto a Luis Enrique, Zeman ha molte più carte in regola per far brillare anche il grezzo che abbiamo in squadra. Ma io spero che non ci si aspetti da lui il miracolo: voglio dire, giovani di belle prospettive da far crescere, ok. Ma anche campioni, perché nel calcio i campioni servono. Non si può mettere tutto nelle mani di una persona. Un allenatore straordinario, è vero, ma una persona sola: e uil peso di una squadra che ancora si deve formare non può essere addossato solo su di lui. Servono top players che diano fluidità al gioco e che siano da modello ai Lamela della situazione. Che prima o poi saranno campioni pure loro».

Stesso pensiero di Marco: «Con Zeman ci saranno emozioni e risultati, ne sono sicuro. Ora però sta alla società dargli i giocatori giusti perché questo avvenga. Perché solo con Dodò dove andiamo?». La critica lascia spazio al rammarico «per l’addio di Luis Enrique ha dimostrato di non essere quello che voleva farci credere, andando via e abbandonando la nave sull’orlo di una tempesta. Ma guardando come sono andate le cose, sono contento. Zeman è un sogno. E poi vuole vincere, l’ha dimostrato firmando il biennale. E io sono qui per dimostrargli che gli starò sempre accanto. Io l’ho vissuto nel ’97-’99, ho pianto e gioito con lui, e sono pronto a rifarlo ancora di più quest’anno».

Le prospettive dei tifosi vertono verso lo stesso futuro: «Con Zeman ci divertiremo ogni domenica», Stefano ne è certo. «Ovviamente c’è il concreto rischio di perdere tante partite, ma la spettacolo sono sicuro che non mancherà. E non è poco, è un gran passo avanti rispetto all’anno scorso, quando se perdevi, perdevi 4-0 e quando vincevi, vincevi con un solo gol di scarto (tralasciando Novara e Cesena, incommentabili). Comunque io ci credo, quest’anno siamo senza Europa, e sono contento perché possiamo concentrarci sul campionato e sulla coppa Italia, che non voglio più sottovalutare».

C’è anche chi Zeman non ha avuto la possibilità di viverlo, come Giacomo, che a 16 ha sfidato il caldo e rinunciato al mare pur di godersi questa nuova Roma dal primo giorno: «Io nel ’97 avevo solo 3 anni, pur amando la Roma dalla nascita non ho potuto vivere a pieno l’emozione Zeman. Quello che posso dire è che io ci credo, perché chi torna indietro, torna per cambiare in meglio. E quindi sono sicuro che Zeman è tornato per vincere, per dimostrare a tutti il valore suo e quello della Roma».

Tra un “Olè, olè, olè olè.. Zemaaa, Zemaaa” e l’inno di Campo Testaccio cantato a squarciagola, si dintingue una voce un po’ più roca delle altre. E’ quella di Carlo: «Io ho 67 anni, e gli anni di Zeman alla Roma sono un ricordo indelebile dentro di me. Da lui quest’anno mi aspetto tante emozioni, mi aspetto che faccia crescere i buoni giovani che abbiamo, come solo lui sa fare. Ma soprattutto mi aspetto che finalmente conquisti i trofei che in tutti questi anni gli sono mancati, perché lui, come noi, li merita».