09/07/2012 10:34
Qualche segnale sì. Il primo a Totti: secondo il boemo può fare ancora lesterno. Il capitano è partito a sinistra e si è scambiato la posizione con Osvaldo nel corso dei 45 minuti giocati. Giusto una prova, ma lidea cè. Laltro messaggio trasmesso al gruppo si intuisce dalle formazioni schierate nei due tempi e dalle sostituzioni. Zeman ha bisogno di gambe reattive e tanta voglia di applicarsi per imparare in fretta gli schemi. Meglio, quindi, iniziare subito a forgiare il Nico Lopez di turno piuttosto che provare a corteggiare Borriello. La vecchia guardia, ormai ridotta allosso, è avvertita: limmagine simbolo è il cambio di Pizarro, Perrotta e Simplicio che entrano insieme nei minuti finali dopo i vari Florenzi, Verre e Bertolacci.
Le eccezioni si chiamano Totti e Taddei, titolari nel primo tempo insieme al ritrovato Burdisso. Nel primo «undici» scelto da Zeman ci sono anche il centrale della Primavera Romagnoli in difesa e il centrocampista Florenzi. Proprio lui è uno dei più brillanti (con un gol allattivo) in una squadra che inevitabilmente ha le gambe imballate dopo i primi giorni di duro lavoro a Riscone. Sta bene Pjanic, che ne segna due, si diverte il capitano, prima a sinistra e poi centravanti. Sul gol cè il suo marchio di fabbrica: il cucchiaio che beffa limpresentabile portiere della Val Pusteria. È Osvaldo ad avere il miglior feeling con Totti e pure per largentino cè il gusto della prima resta di testa. Il cross è di Taddei, schierato da terzino sulle due fasce e lunico a giocare più di unora. Per lui il tempo non sembra davvero passare mai. Nico Lopez patisce lemozione e si accende un paio di volte, Greco fa il regista ma ha già la valigia in mano, Josè Angel appare ancora «imbranato» (Sabatini dixit).
È una Roma già diversa nellapproccio rispetto al gioco compassato di Luis Enrique. Cè voglia di buttarsi in verticale e sovrapporsi anche se i meccanismi non sono stati ancora provati. Nella ripresa in campo dieci nuovi giocatori, con il promettente Svedkauskas al debutto tra i pali, la difesa affidata ai «vecchietti» Juan e Heinze con Rosi in aggiunta, un centrocampo baby con Bertolacci e Verre insieme a Marquinho, in attacco il tridente con Lamela, Borriello e Bojan. Lo spagnolo è quello che sta meglio, segna un gran gol, ma i suoi movimenti non soddisfano Zeman. Largentino parte a destra per sfruttare il tiro mancino, peccato che abbia ancora le pile scariche.
Borriello si impegna e alla fine riesce a buttarla dentro ma il contesto non lo agevola. Al termine della gara si è sfogato con i tifosi: «È difficile allenarsi così. Baldini e Sabatini mi hanno detto che non rientro nei loro piani». Vero, con il suo ingaggio sarà difficile rientrare nei piani di chiunque. Borriello è uno dei nove «superstiti» dei ventidue giocatori schierati un anno fa da Luis Enrique nello stesso test contro la Val Pusteria. Allora finì 10-0 e la squadra era solo un abbozzo. Ora le cose non sono molto diverse: la Roma si sta ricostruendo. Nella filosofia di gioco innanzitutto, poi negli interpreti. Aspettando il recupero di Dodò e larrivo di altri due difensori, toccherà a Bradley e Tachtsidis sistemare il centrocampo. Lattacco sembra a posto. Ma Destro è più di un sogno di mezza estate. Intanto si corre. E pure tanto.