Bertolacci-Piscitella, Genoa e Roma

05/08/2012 11:55



Ventun anni Bertolacci, diciannove Piscitella, i due sembrano avere le idee ben chiare riguardo agli obiettivi per il futuro più o meno vicino. Il centrocampista ha lavorato a Riscone con Zeman sapendo che difficilmente avrebbe trovato spazio nella rosa definitiva, un po’ perché l’arrivo di Bradley e Tachtsidis ha reso ancora più numerosa la concorrenza a centrocampo, un po’ perché nelle gerarchie del Boemo aveva davanti l’amico e coetaneo Alessandro . «Ma non ho assolutamente alcun rimpianto per essere andato via – dice senza esitazione - Prima di tutto perché venendo qui sapevo che avrei trovato una piazza che per pubblico e calore era molto simile a quella di Roma e poi perché adesso sono felice e penso solo a fare bene. Poi un giorno chissà, magari potrei riuscire a rientrare, ma se così non fosse non sarebbe una tragedia. La Roma resta la Roma, ma poi per noi ragazzi è importante giocare».



Per andare a giocare Bertolacci aveva bisogno di rinnovare un contratto che sarebbe scaduto l’anno prossimo, qualcuno aveva ipotizzato che prendesse tempo perché ingolosito dalle offerte inglesi, in realtà con De Canio tornato su una panchina di Serie A, un ricongiungimento fra il maestro e il suo allievo prediletto era altamente probabile. «Da quando sono arrivato, le sensazioni sono tutte positive. Genova è una piazza importante e si merita di lottare per obiettivi altrettanto importanti, di sicuro molto diversi da quelli dello scorso campionato. Si sta formando un bel gruppo, io ce la metterò tutta». Intanto però il suo (ex) Lecce rischia la retrocessione in Lega Pro per il coinvolgimento nella vicenda scommesse: «Mi dispiace moltissimo – dice Andrea - A Lecce ho passato due anni e mezzo importantissimi e li ringrazierò sempre perché mi hanno fatto diventare un calciatore. Avendone fatto parte, quando sento queste cose mi sembra tutto molto strano, però aspettiamo le sentenze. Quella gente non si merita la Lega Pro».



Chi invece in ritiro con la prima squadra non c’era mai andato è Giammario Piscitella, cui il ricorda solo i successi con la Primavera (a differenza di Bertolacci, che ai rossoblù ha lasciato la Coppa Italia nel 2009). Cinque anni di comproprietà e un consiglio che non poteva non ascoltare: «Quando si è cominciato a parlare di questa possibilità ho fatto una chiacchierata con Bruno Conti – racconta – e lui mi ha subito detto di cogliere al volo questa opportunità perché avrei trovato un grande stadio e una grande piazza. E infatti eccomi qua». Per l’ex numero undici della Roma di si tratta della prima avventura nel calcio dei grandi, dopo la breve parentesi d’inverno in cui aveva fatto innamorare Luis Enrique, culminata nell’esordio all’Olimpico contro l’Inter: «Non dimenticherò mai quell’emozione. Arrivo qui al termine di un ciclo fantastico fra Allievi e Primavera, in cui il gruppo dei ’93 ha vinto tutto. Ci è mancato solo il bis quest’anno, era ampiamente alla nostra portata. Peccato». Meglio guardare avanti: «Mi alleno con Gilardino, se potessi gli ruberei il senso del gol. E poi non vedo l’ora di giocare a Marassi, dev’essere speciale». Il suo debutto in maglia rossoblù dovrebbe arrivare già la prossima settimana nell’amichevole contro il di Gianluca Caprari. Uno di quelli del ciclo che ha vinto tutto, appunto.