Idee chiare El Shaarawy - di madre italiana e di padre egiziano:
«Ma io mi sento italiano», ha detto più volte - non è tipo che si impressioni. Sa quel che vuole e lo dice senza giri di parole:
«Il mio sogno è giocare il Mondiale 2014. Sono alla prima convocazione, spero che ne arrivino altre. Il sistema di gioco (il nuovo 4-3-3 prandelliano, ndr) mi avvantaggia: partire da sinistra e accentrarmi è la soluzione che preferisco». La cresta gli conferisce un «non so che» di sfrontatezza: «Mi dispiace che Ibra se ne sia andato, però io avrò più spazio. C'è stato rammarico per le cessioni di Zlatan e di Thiago Silva, ma alla fine del mercato il Milan sarà competitivo, all'altezza delle altre squadre». Sfrontato e astuto:
«Credo che Cassano sia un punto fermo della Nazionale. Antonio è grande, lo stimo sia come uomo sia come giocatore. Spero che resti al Milan. Abbiamo un bel rapporto, mi ha detto di stare tranquillo e di fare quello che so». Stasera l'intesa con Destro sarà naturale: «Ci conosciamo, giochiamo assieme in Under 21. Mattia è forte. Sappiamo come muoverci». Unica preoccupazione il ginocchio sinistro:
«Ho un'infiammazione al tendine rotuleo. Ho un po' subito i terreni di Coverciano, che sono duri».