L’ultima scivolata di Aldo Maldera. In paradiso

05/08/2012 11:01



Anche l’ultima volta è stata come ha sempre vissuto. Con grazia, eleganza e senza rumore, e con le persone che lo conoscevano bene che piangevano. Pruzzo non ha mai smesso un attimo. Nela s’è tenuto gli occhiali scuri, poi è andato ad abbracciarsi il Bomber. Tancredi ce li aveva scoperti gli occhi coperti di lacrime. A turno ha singhiozzato tutta la Roma campione: Tancredi, Nela, Conti, Pruzzo, Faccini, Superchi, Tessari, Colucci, Giorgio Rossi, Alicicco, Ettore Viola e c’erano anche Giannini, Desideri, Di Carlo, Buriani, Spinosi, e i compagni al Milan come Novellino, o quel gran signore di Felice Pulici. Tutto lieve. Pitturato. Se n’è andato come ha vissuto. Con quella luce tenue che accompagna chi malgrado tutto sa essere soffice in fondo al cuore. Chi sa amare. Mite, buono, disponibile, virtù dei più grandi e dei più intelligenti anche se il mondo che fa schiamazzo racconta – meschino e mediocre – continuamente altro. Quando sono state citate le beatitudini è diventato tutto un po’ più chiaro: "Beati i miti perché possiederanno la terra (...) Beati i puri di cuore perché vedranno Dio". Che ci si specchierà. Ma non basta a chi non potrà più vedere i suoi occhi buoni. Pruzzo non ha mai smesso di piangere, allora Nela è andato ad abbracciarselo come faceva dopo un gol della loro Roma di Aldo Maldera che davanti a loro in terra entrava in scivolata in Paradiso. Stavolta, però, per una volta farai rumore per far capire a chi ti vuol bene che stai soltanto più in alto di noi. Come sempre, d’altronde.