Roma, ora ti difende lui. E l'olandese è al sicuro

29/08/2012 12:03

In discussione È già timido e silenzioso di suo, Stekelenburg: parla e capisce anche poco l'italiano, ma l'essere messo in discussione per una (presunta) poca attitudine al gioco di Zeman gli sarà arrivato all'orecchio, così come i sospetti che aleggiano sul suo conto per una spalla ancora malconcia. Nonostante le voci di un suo possibile addio domenica ancora fossero in piedi, Stek in campo ci è andato, ha subìto due gol, ma ha compiuto la prima parata decisiva della sua stagione, su Gomez, che avrebbe dato il 2-0 al Catania, chiudendo probabilmente la partita. Di parate, ne aveva fatte anche con Luis Enrique, ma qualche errore di troppo e la poca predisposizione a giocare fuori dall'area piccola (che gli causò anche due cartellini rossi, contro Lazio e ) hanno insabbiato quello che di buono era riuscito a combinare.

Da Milano a Milano Il 17 settembre di un anno fa ha cambiato la carriera romana dell'olandese: da quel calcio in testa di Lucio (con trauma cranico e trauma cervicale), per qualcuno Stekelenburg non è più lo stesso. Timoroso e ancor meno pronto a travolgere gli avversari, a dispetto dei suoi 197 cm. Si giocava a Milano, contro l'Inter, proprio come domenica prossima (Stek ci già è tornato per affrontare il Milan ed è stato il migliore): quello stadio è la nuova casa di Bojan, che con la sua partenza ha sancito la permanenza dell'olandese a Roma.

E Goicoechea? Si pensava che, in caso di partenza di Stek, sarebbe arrivato l'uruguaiano Goicoechea a giocarsi il posto con , scenario che aveva creato più di qualche malumore: tutto rientrato, con l'olandese titolare, il romeno secondo e l'arrivo dell'uruguaiano (bloccato, si deciderà nelle ultime ore di mercato) che non esclude la convivenza dei tre, come confermato da Zeman. Difficile, visti i numeri che accompagnano il boemo, andare sotto i 44 gol subiti dell'anno scorso, ma dopo un'estate di parole, ora per Stekelenburg è il momento dei fatti.

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