Zago: «E col Boemo potrà crescere»

24/08/2012 09:56

Qualità che, c’è da crederlo, verranno fuori anche con Marquinhos, l’ultimo arrivato, in ordine di tempo, e presentato ieri a Trigoria. Diciotto anni, difensore centrale, ma in grado di giocare anche sulla fascia, sia a destra che a sinistra, avendo buoni tutti e due i piedi e, soprattutto, la voglia e l’umiltà di mettersi a disposizione da subito, avendo – ha detto in conferenza stampa – coronato un proprio sogno. Ed è su di lui, come sugli altri nuovi acquisti – da Dodò a , passando per il paraguayano Piris, tutti “prelevati” in Brasile – che la società giallorossa ha scelto di puntare rinnovando così radicalmente il reparto difensivo della squadra, ovvero quello che più era apparso deficitario nel corso dell’ultimo campionato.

Sui nuovi arrivati, ma in particolare sul giovanissimo Marquinhos, ha espresso ieri la sua opinione, attraverso il sito web di Carlo Zampa, una “vecchia” conoscenza dei tifosi romanisti, Antonio Carlos Zago, cui è legato il ricordo di anni importanti con la maglia giallorossa, prima con Zeman (alla sua seconda stagione a Roma) e poi - fino all’anno successivo allo scudetto - con Fabio Capello: «Io penso - ha detto l’ex difensore - che tutti loro possono crescere, perché stanno lavorando con un allenatore che sa molto di calcio e ha l’intelligenza per insegnare. Tutto però dipende da loro, dalla loro voglia di imparare e dalla loro volontà».

Lui che è stato uno dei centrali titolari di quella prima Roma di Zeman non ha mancato di dare un consiglio ai suoi colleghi. «E’ quello di semplificare sempre, perché quello difensivo è un reparto dove non si può sbagliare. E avere sempre la voglia di imparare, perché con Zeman c’è tanto da imparare». Non si è però sbilanciato su possibili indicazioni intorno ad un altro centrale o a un laterale da suggerire alla Roma. «In questo momento – ha continuato Zago – è difficile trovare difensori bravi in giro, e terzini pure. Però, penso che la Roma abbia fatto bene a prendere : lui può diventare davvero un grande difensore. Personalmente avrei suggerito Wallace del Fluminense: è bravo come terzino ed è anche giovane».

Da campione d’Italia del 2001 non poteva infine non ricordare la gioia vissuta in quei giorni: «Sono rimasto impressionato da tutta quella festa. Per un anno, c’è stata sempre tanta gente a Trigoria, alla ricerca di una foto oppure di un autografo». E si augura di firmarne tanti lo stesso Marquinhos, come già faceva in Brasile. Non è un caso che in poco tempo fosse già diventato un beniamino della tifoseria del Corinthians.

Ne è testimone Pato Moure, che, anche se da lontano, continua a seguire le vicende in casa giallorossa, e dell’arrivo di Marquinhos nella Capitale è ovviamente entusiasta. «So quanto siano inc…zzati i suoi tifosi - dice al telefono - per il fatto che abbia voluto lasciarli per venire in Italia. Ci sono state vere manifestazioni di protesta contro la società, tanto che il presidente, per rassicurarli, ha dovuto dire che il giocatore è andato via solo in prestito. E poi si vedrà, non essendo stato ancora ceduto a titolo definitivo. Di certo, Marquinhos è un ragazzo di grandi prospettive. L’ho visto giocare in poche occasioni, ma chi lo conosce più a fondo me ne ha parlato benissimo. Dicendomi di un giocatore forte, rapido, ambidestro e già con grande personalità in campo pur essendo un ‘94. E come è stato per lui, posso dire che la Roma ha fatto un affare anche prendendo Dodò, che ha avuto la sfortuna di subire quell’infortunio nel momento migliore della sua crescita, ma ha già fatto vedere di quali doti sia in possesso. Per non parlare di , che se non è ancora arrivato in nazionale è solo perché si è trovato chiuso da un fuoriclasse come Thiago Silva, ma ha tutti i numeri per far bene, soprattutto con un tecnico come Zeman. Lui è uno che non ha paura di niente, e per chi giochi in quel ruolo, si tratta di una qualità preziosa se non addirittura indispensabile. Insomma, è una Roma che mi piace, questa. E non vedo l’ora che cominci il campionato. Penso che quest’anno ci toglieremo delle belle soddisfazioni. E di certo, anche qui dal Brasile, non mi perderò una partita…».