Al di fuori degli schemi

18/09/2012 10:05

 
Sul banco degli imputati, per questo argomento, c’è soprattutto il giovane paraguaiano Ivan Piris, che ha sbagliato tutte e tre le gare: contro il Catania è stato messo in enorme difficoltà da Gomez, a San Siro ha patito le incursioni di Nagatomo e Alvaro Pereira e contro il ha toppato clamorosamente sui primi due gol della squadra di Stefano Pioli. Al momento, il piccolo Piris difende male e attacca forse peggio. l’ha voluto a tutti i costi a Roma, ha garantito per lui e ovviamente continua a difenderlo. Ma la sostituzione che Zeman ha ordinato dopo la rete di Diamanti (fuori Piris, dentro il centrale Marquinhos adattato a destra) va considerato un segnale importante per il futuro a Roma del paraguaiano. Una bocciatura? Forse non definitiva (la riprova domenica a Cagliari) ma di certo un voto bruttissimo in pagella.
 
Se le difficoltà di adattamento di Piris potevano essere messe nel conto, stupisce assai il deludente avvio di stagione di . Zeman l’ha proposto titolare contro il Catania, e l’ha sostituito con ; a Milano l’ha spedito in panchina e non l’ha impiegato neppure dopo l’infortunio di ; contro il è stato titolare ma Zeman ancora una volta l’ha sostituito, stavolta con Marquinho. Quando è stato impiegato a sinistra si è pestato i piedi con («Sono due costruttori di gioco: devono stare lontani», parole di Zeman) e non l’ha presa mai; quando è stato spostato a destra, accanto a Lamela («Più costruttore di gioco di Lopez», sempre parole del boemo) è stato deludente. Insomma, dove lo metti gioca male.
 
E appare impensabile che uno con le sue qualità tecniche faccia fatica a integrarsi negli schemi zemaniani, cioè in un centrocampo a tre come quello della passata stagione con Luis Enrique. Possibile che non sappia interpretare minimamente il ruolo di intermedio nel di Zeman? Questione tecnica o tattica? Forse entrambe. Con i recuperi di e Bradley, e l’esplosione di , l’intoccabilità (presunta) del bosniaco non è più così al riparo da sorprese.
 

, infine. Troppo brutto per essere vero, quello visto contro il . L’azzurro, che è sembrato in non perfette condizioni fisiche, non è mai stato pericoloso, non ha avuto uno spunto felice, non ha mai tirato verso Agliardi. Eppure giocava nel suo ruolo naturale, cioè centravanti, e non decentrato a destra come accaduto a Milano. Dopo San Siro s’era detto: la sua prestazione opaca va giustificata perché ha giocato fuori ruolo. Solo che è stato insufficiente anche da attaccante centrale contro il . Problema tecnico, quindi, non tattico. Va aspettato con fiducia. Ma domenica a Cagliari, dove tornerà Osvaldo, dove giocherà? Lui si sente centravanti, e non l’ha mai nascosto. Come ha sempre fatto Osvaldo.