19/09/2012 10:43
«Ci voleva un uomo - spiega il dg a Sky-che ci accontentasse nel desiderio di fare un calcio propositivo. Modificare la storia del calcio che vede favorite le squadre ciniche, il suo gioco ci ha sempre affascinato. Vogliamo un allenatore che sia un vincente, non che accontenti la gente. Si è vociferato di un problema di diverse vedute tra noi e il mister, cosa che non esiste: nella stragrande maggioranza le sue idee sono piuttosto condivisibili». Con i soliti luoghi comuni che girano attorno ad ogni cambio della panchina giallorossa, anche se il ricordo di Luis Enrique è ancora vivo nell'aria: «Non mi sembra cheZeman non possa reggere la pressione. Poi vorrei mandare un saluto allo spagnolo,che anche da novellino ha insegnato tanto qui. Soprattutto a me». Zeman piace a tanti, anche fuori dal calcio: ieri sera insieme alla moglie è stato ospite insieme del presidente Napolitano nella cena di Stato in Quirinale.
L'occasione è stata la presenza in Italia del presidente ceco Vaclav: presenti anche il presidente del Consiglio Mario Monti e Alena Seredova. Sistemata la questione-boemo, Baldini rivolge un pensiero alla sconfitta rimediata con il Bologna, dopo che i giallorossi erano volati via con due gol di vantaggio, poi sono stati beffati dallla rimonta: «Sembrava che andasse bene dopo il primotempo, di particolare non credo ci sia nulla. Un dirigente non dovrebbe parlare di sfortuna,ma ci si è messa anche lei». Da panchina a panchina, gli sforzi sul mercato non sono cambiati, anzi Baldini svela alcuni retroscena: «Abbiamo la certezza di aver messo a disposizione del tecnico un ottima squadra. Abbiamo ascoltato,valutato. E devo dire che abbiamo spedito al mittente tante offerte per i nostri giocatori, per più di 100 milioni». Una cifra impressionante, di cui buona parte legata al cartellino di Daniele De Rossi. «Ci hanno offerto una cifra che poteva far pensare che probabilmente sarebbe stata una buona condizione. Avendo rinunciato questanno alla possibilità, è molto probabile che De Rossi chiuda la sua carriera alla Roma. Perché se abbiamo rinunciato adesso non vedo com esi possa ripresentare un' altra occasione così eclatante nelfuturo ».
Sistemato capitan futuro, l'obbligo di rivolgersi a quello attuale è una formalità, esaltando la condizione fisica e quella determinazione tanto richiesta appena un anno fa dopo l'intervista a «La Repubblica». «Su Totti potrei dire che non è più pigro, ma non lo dirò. Non l'ho mai inteso in quel senso. Il capitano sta dimostrando che crede in questo tipo di calcio, c'è molto anche di Zeman. La sua preparazione e il suo mettersi semprein discussione è invidiabile. Un aggettivo che potrei trovargli adesso? Senza dubbio, capitano».