Con il Bologna torna Lamela

13/09/2012 10:30

I due romanisti sono stati fra i pochi a fare bella figura nel doppio impegno di qualificazione ai Mondiali, segnando tre dei quattro gol realizzati dall’Italia: martedì a Modena Prandelli li ha schierati insieme, domenica Zeman dovrà fare a meno di Osvaldo e con ogni probabilità dirotterà Mattia nella sua posizione al centro del tridente. L’ex Siena non potrebbe chiedere di meglio, perché senza nulla togliere alla professione di buona volontà per il ruolo di esterno, fare il centravanti è la cosa che gli riesce più facile. L’ideale, considerando che contro il (già castigato lo scorso anno in maglia bianconera) andrà a caccia del primo gol da romanista per sperimentare appieno ciò di cui ha avuto un assaggio nell’amichevole contro l’Aris Salonicco, lui che segna e l’Olimpico che esplode. Di certo dovrà preoccuparsi soltanto di buttarla dentro, perché per tutto il resto ci sarà , quello che un mese fa veniva descritto come non più adatto al ruolo di esterno per raggiunti limiti d’età e che invece nelle prime due giornate di campionato è stato il migliore e proprio partendo dalla sinistra ha regalato a e Osvaldo gli assist per i gol che hanno sbancato San Siro.

Un gol domenica permetterebbe al di raggiungere Altafini e Meazza al terzo posto della classifica cannonieri della Serie A toccando quota 216 (tutti con la stessa maglia, naturalmente), con una doppietta li scavalcherebbe e a quel punto nel mirino ci sarebbero i 225 di Gunnar Nordahl. «Con uno come lui accanto è tutto più facile» ha detto prima ancora di diventare un giocatore della Roma: ora che lo è diventato, non gli resta che fare tesoro di un simile compagno di reparto. Dall’altra parte sarà già tempo di seconde opportunità per Erik Lamela, in cerca di riscatto dopo la prestazione opaca contro il Catania. Zeman vuole qualcosa di più da lui, che pure aveva fatto registrare grandi risultati durante la preparazione di Riscone che lasciavano presagire un’annata importante, quella che tutta la Roma si aspetta dall’argentino. Che ora, dopo appena due giornate, sembra già essere chiamato a un primo esame, anche perché in panchina la concorrenza scalpita. Chiedere a Nico Lopez, diciannove anni ancora da compiere, ma una magia che ha già incantato l’Olimpico.