15/09/2012 11:40
Un battesimo di fuoco, davanti agli oltre 50mila che riempiranno lo stadio, per un calciatore che non si emoziona facilmente. Non lo ha fatto in maglia azzurra, dove ha trovato il gol dopo appena cinque 5' nella sua prima da titolare in una partita ufficiale (contro Malta, prima aveva giocato in amichevole con l'Inghilterra). Non lo ha fatto nemmeno quando, alla sua prima in serie A con la maglia del Genoa (ad appena 19 anni), ha trovato il gol nella sconfitta 1-3 con Chievo. In quell'occasione di minuti ne erano passati 6, gli stessi che ci ha messo a festeggiare alla sua prima da titolare con il Siena, nella vittoria 3-0 con il Lecce. Se poi aggiungiamo che ha segnato all'esordio anche con l'Under 17 (contro l'Austria), con l'Under 18 (contro la Danimarca) e con l'Under 19 (contro la Romania), allora la speranza di chi sogna di vederlo correre sotto la curva «rischia» seriamente di essere soddisfatta.
Come fece, lo scorso anno contro il Palermo, Erik Lamela che segnò un gran gol dopo appena 8tto minuti. Una «prima» con il botto, quella dell'argentino, che però fino ad oggi non ha mantenuto in pieno le promesse. La gara di domani per lui ha già il sapore di una prova d'appello. Zeman, infatti, a Milano gli ha preferito Destro, schierato fuori ruolo: se dovesse proseguire su questa strada, che prima della gara con l'Inter non sembrava percorribile, per Lamela gli spazi si ridurrebbero drasticamente. Alle sue spalle, poi, c'è Nico Lopez che scalpita e che contro al Catania ha fatto gol (pure lui) appena entrato in campo, salvando la Roma da una sconfitta che sarebbe stata disastrosa per il morale di giocatori e pubblico.
Quello che passerà domani all'Olimpico, insomma, non è ancora l'ultimo treno, ma quasi, ed Erik dovrà essere bravo a salirci al volo.