Dopo il pareggio si ricorre troppo alle vie orizzontali

27/09/2012 11:31

Mai poi come ieri sera il continuo movimento del su tutto il fronte d’attacco ha consentito alla squadra di Ferrara di scegliere e privilegiare la zona sulla quale puntare le proprie ripartenze. In definitiva un ottimo primo tempo, non certo il migliore tra quelli sinora disputati dalla Roma per quel che attiene l’intensità, di certo tra i migliori per attenzione e concentrazione difensiva; forse per la prima volta hanno funzionato i meccanismi e le assistenze tra le due linee di difesa e centrocampo, indice non solo di applicazione tattica, ma anche di una migliorato sistema di gioco finalizzato a ridurre i rischi di una squadra così sbilanciata in avanti.

L’uomo in meno nel secondo tempo non scoraggia la Samp, motivata ma poco concreta in avanti, piuttosto è la Roma a sprecare sotto porta, penalizzata anche da due fuorigioco molto dubbi. Ritornano gli incubi dopo la classica doccia fredda del gol al primo tiro in porta; non appare sempre lucida la risposta romanista, che alzando di molto il baricentro del gioco si espone a pericolose ripartenze; poche le verticalizzazioni, eccessivo il ricorso alle vie orizzontali preda dei difensori doriani, scadente l’apporto di e Lamela nella seconda parte del tempo ma sopratutto la perdita della propria identità di gioco penalizza oltre misura la supremazia territoriale degli uomini di Zeman. Pochi sussulti finali e l’ulteriore passo falso all’Olimpico si materializza come un virus, capace di attanagliare e contaminare le certezze giallorosse. Solo sfortuna, solo casualità? Di certo queste componenti, che fanno comunque parte del gioco del calcio, hanno rappresentato, almeno ieri sera l’avversario in più per e compagni.