20/09/2012 10:58
È il 18 gennaio, la partita è Roma-Milan. Coppa Italia Primavera. Semifinali. Edoardo non è un ultras. Non perché farne parte sia motivo di disonore (anzi), ma agli occhi della società, dei mass media, dei benpensanti, è allinterno del cerchio della fiducia. Il bengala che gli piove vicino non è roba sua. Lo prende con due dita e lo getta vita. Perché soffre dasma. «Asma bronchiale», per la precisione, per restare ai fatti, ai documenti, alla verità così come è stata cristallizzata nella sentenza (di assoluzione, meglio tornare a sottolinearlo). Ecco cosa scrive il giudice: «Avendo problemi di asma bronchiale (come si può evincere dal certificato medico che è stato prodotto) era rimasto fortemente infastidito dal fumo. Aveva quindi preso in mano il fumogeno per un momento al solo fine di gettarlo in un posto più lontano da lui». Ci sono due testimoni che depongono in favore di Edoardo. Per uno, «era stato un ragazzo che si trovava sulla sinistra di Edoardo ad accendere il fumogeno»; per laltro, «Edoardo era rimasto infastidito dal fumo di colore rosso e aveva raccolto il fumogeno al solo fine di gettarlo più lontano, dove non erano presenti persone».
Per il magistrato basta e avanza. Edoardo è innocente. Ma la Questura sposta lattenzione su un altro aspetto. Sarà pure innocente, replicano a San Vitale, però è pericoloso. Pericoloso? Già, perché Edoardo «ha confermato di aver tenuto in mano un artifizio pirotecnico». Certo, per allontanarlo. Niente da fare, la punizione resta, anche se ridotta a sei mesi. Per cancellarla servirebbe un ricorso al Tar del Lazio. Un altro. Come per Valerio. Solo che farlo costa 600 euro solo in marche da bollo. E non sempre un ragazzo di ventanni può pagare il prezzo di quella che ritiene, e non solo lui, una palese ingiustizia.