Gilardino ribalta Zeman, Bologna da 0-2 a 3-2: Roma k.o.

17/09/2012 09:30

 
Più chiavi Difficile spiegare i perché di questo che, senza nulla togliere ai meriti di un tenacissimo e ben guidato , è soprattutto un suicidio. Difesa disastrosa a parte, proviamo a mettere in fila quattro buoni motivi: 1. La Roma ha giocato pancia a terra il primo tempo, anche dopo l'uno-due di e Lamela, bravi nello scardinare l'altrui difesa con i tagli in diagonale e lo «scarico» di altrettanti irresistibili tiri dal limite, sul primo dei quali, respinto dal palo, è arrivata la zuccata del predestinato . Piede schiacciato sull'acceleratore, la Roma non lo ha però mai alzato, finendo col dosare male le forze, come si è visto nell'ultimo quarto di partita, quando è mancato tutto, fiato, gambe, lucidità. 2. Troppa sufficienza nel far giocare gli avversari senza pressione. Diamanti, tanto per intendersi bene, il comodo suo lo ha fatto anche quando la Roma andava forte. In mezzo al campo è mancata la saggezza tattica (e i bulloni) di . Tachtsidis ha piedi buoni ma è al massimo un mezzo incontrista, peculiarità che non appartengono a e al pur prezioso trottolino . 3. I cambi. Il disastro è maturato sul 2-0 quando Zeman ha mosso la panchina: fuori Lamela e , dentro Nico Lopez e Marquinho, con spostamento di da sinistra a destra. Tempo cinque minuti, Gilardino e Diamanti hanno fatto 2-2 e dalla parte di Marquinho (e Balzaretti) si sono aperte autentiche autostrade, da cui i cross del primo e del terzo gol. 4. Osvaldo squalificato, centravanti. Visto che ha fatto il dall'inizio fin quasi alla fine (quando ha rischiato il rosso da frustrazione), è chiaro che nel suo ruolo naturale ha funzionato poco e male. E' presto per una bocciatura, ma tant'è.
 
Motivator Pioli Che sia un eccellente allenatore lo si è capito da quando, dopo il Chievo, ha costruito il bel dell'altro ieri intorno a Diamanti, Di Vaio e Ramirez. Iniziare la nuova stagione col solo Diamanti non deve essere stato facile, ma ora con Gilardino vice Di Vaio, e con Taider che da del tu al pallone, la bella favola sembra destinata a continuare. I suoi cambi, all'inizio della ripresa e dopo un primo tempo imbarazzante, sono stati meno eclatanti ma certo efficaci: fuori Perez che stava rischiando il rosso e dentro Pazienza, regista con un destino dentro al nome, fuori il troppo passivo Guarente e dentro il vivace Pulzetti. Con in sovrapprezzo un minicambio di modulo, legato all'arretramento di Diamanti. Garics per Motta, a 2-2 ottenuto, ha rappresentato la ciliegina sulla torta. Dal suo piede è infatti arrivato il perfido cross del 3-2: quello del frontale Stekelenburg- Burdisso.