02/09/2012 11:45
Anzi, la Roma ha fatto a meno anche del talento di Bojan, giovane o meglio «bambino» (come lo ha definito Zeman), al quale sono bastate 35 partite (metà delle quali da dimenticare) e 7 gol per diventare lidolo di una parte della tifoseria. Ora il problema non è certo la partenza di un talento che a Barcellona non era esploso «perché davanti aveva Messi» (?) e qui ha avuto le sue chance da un allenatore che lo aveva preteso a Roma e che forse, a conti fatti, nel suo flop complessivo ha pagato anche le cilecche del giovane attaccante spagnolo. No, semmai il problema sono le responsabilità, perché se prendi un allenatore come Zeman non puoi star lì a fare i conti della serva ma lo devi assecondare nelle sue scelte, seguire il suo istinto e fidarti ciecamente sul dove sta portando la tua nave.
Sugli scogli? Sì, il rischio cè, ma Zeman ha diritto ad avere le sue chance, di aver tempo per far crescere questa Roma e provare a imporre un calcio che, seppur in parte, sera intravisto in quel fruttifero pre-campionato che fin troppo aveva illuso i tifosi giallorossi. E non è tutto, perché il «povero» Zeman deve vedersela anche con le «vedove» di Montella (categoria molto in voga nella Capitale... e non solo dellaeroplanino) che con il suo avvio a razzo sulla panchina della Fiorentina ha rianimato tutti coloro che avevano tifato per la sua conferma sulla panchina giallorossa. Insomma, alla Roma far bene può anche non bastare, perché i fattori «esterni», purtroppo, contano eccome. Vuoi che qualcuno, in caso di sconfitta stasera, non rinfacci alla Roma di aver perso contro il suo ex allenatore delle giovanili? Matematico!
Palla a Zeman quindi che contro lInter farà la sua prima uscita ufficiale lontano dallOlimpico alla guida della Roma e, per uno strano scherzo del destino, proprio a San Siro, campo sul quale fece il suo esordio in serie A in un Inter-Foggia del 91. In tema di esordi attesissimo quello di Destro in maglia giallorossa che, scontato il suo turno di squalifica, stasera sarà regolarmente a disposizione di Zeman per dimostrare alla Roma di valere i quindici milioni spesi per acquistare il suo cartellino. Per lui anche loccasione per convincere Prandelli a tenerlo in pianta stabile nel gruppo degli azzurri che sognano Rio 2016. Ma per i sogni cè tempo e stasera intanto cè lInter: brutta bestia, nera per Zeman che a San Siro poi non ha mai vinto una partita in tutta la carriera: e qualcosa vorrà pur dire.
Per sfatare questo tabù il tecnico boemo dovrà, tra laltro, iniziare a fare scelte pesanti, come decidere se utilizzare dal primo minuto il «tridente pesante» Totti-Osvaldo-Destro: i tre attaccanti più forti della Roma sono così diversi tra loro e forse, nel reparto offensivo giallorosso, sono proprio quelli che si integrano meno bene tra loro. Si vedrà. Difficile pensare che Zeman a San Siro contro lInter decida di rinunciare alla esperienza e al carisma di Totti che dallaltra parte troverà unaltra bandiera di questo campionato: Zanetti. In due hanno giocato più partite degli altri venti in campo: e sempre con la stessa maglia. Un altro tema che rende questa sfida unica, oltre al fatto che sulle due panchine ci saranno il tecnico più giovane e quello più vecchio dellintera serie A: generazioni a confronto, ma soprattutto due modi diversi di intendere il calcio. E chi lha detto che la spregiudicatezza è un «difetto» di gioventù... Zeman conferma.