L'urlo di Daniele. Grinta e duttilità A -2 da Tardelli

07/09/2012 09:45

Obiettivo Tardelli Non è un caso perciò che, tra gli azzurri dell'era Prandelli, ormai sia al terzo posto come numero di presenze, dietro solo a Buffon e Pirlo. Oggi, a Sofia, se le condizioni della caviglia non peggioreranno (al termine dell'allenamento di ieri Prandelli ha rassicurato tutti), raggiungerà gli 80 gettoni in azzurro (e salirà al dodicesimo posto assoluto) ma gli sarà sufficiente aggiungere il «cap» di martedì prossimo a Modena contro Malta per agganciare a quota 81 un mostro sacro del nostro calcio: Marco Tardelli (ma anche Bergomi e Baresi). Nessuna sorpresa. In fondo, anche la storia di Daniele è fatta di urli da copertina, figli della fatica del centrocampo e di una voglia di lottare che già gli ha consentito di mettere in bacheca un Mondiale proprio come Tardelli. Sgranando qualificazioni e Confederations Cup, perciò, Brasile 2014 potrebbe anche far entrare De Rossi nel club dei «centenari».

Incursore e non regista A pensarci bene, poi, anche tatticamente quella della Nazionale è sempre più una seconda pelle per il centrocampista di Ostia. La vittoria di San Siro contro l'Inter, infatti, con tutta probabilità ha sancito il ritorno di al ruolo di interno e non più di centrale della mediana, a vantaggio dell'impiego del greco Tachtsidis, pupillo di Zeman. Per il giallorosso, quindi, la stessa posizione che ricopre stabilmente in azzurro per via della presenza di Andrea Pirlo, ovvero uno dei massimi registi della storia del nostro calcio. D'altronde, la parola d'ordine di Daniele è stata sempre una: duttilità. 


Centrocampo folto E se stasera assaggerà il fascino del ruolo di intermedio non più in una linea a quattro ma cinque (Prandelli opterà per un 3-5-2), non saremmo sorpresi se in caso di emergenza sia il , sia lo stesso Zeman lo ricollocassero in difesa a fare il centrale dai piedi buoni. Tra l'altro, in molti a Trigoria sussurrano che — se uno tra Burdisso o durante la stagione dovesse dare forfeit per qualsiasi ragione — il primo nome nella lista dei sostituti sarebbe proprio quello di , ancor più di quelli dei baby Romagnoli ('95) o Marquinhos ('94). Ma questa è tutta un'altra storia. Da oggi a martedì il cuore di Daniele sarà solo azzurro, e con soddisfazione. Anche perché, in una Roma orfana delle coppe europee, vedere il suo talento confinato solo al nostro (modesto) campionato, è uno spreco a cui solo l'Italia e l'azzurro possono ovviare.