ALBICELESTI - E con la federazione argentina era già successo di esaminare cartelle cliniche e radiografie, fino alla minaccia di richieste di risarcimento danni. Soltanto poche settimane prima dellincidente di Burdisso, Erik Lamela giocò imbottito di farmaci antidolorifici il Mondiale Under 20 e arrivò a Roma con una caviglia grande come un pallone aerostatico. Furono necessari due mesi di cure e sei partite di riposo per consegnarlo abile e arruolato per la sua nuova squadra. Ma è giusto che i club siano così penalizzati dalle nazionali? Vecchia querelle, ognuno ha i suoi diritti e i suoi vantaggi nel rapporto. Però nel caso di Lamela lArgentina andò un po oltre, chiedendo a un suo talento infortunato di giocare un torneo giovanile. Come minimo, una scelta diseducativa.
A META - Leggermente diverso il problema di
Miralem Pjanic (...). Il 26 febbraio si fece male a Bergamo con la Roma - una leggera contrattura - e poi decise di giocare quasi tutta lamichevole della sua Bosnia contro il Brasile. Era un evento storico per il suo Paese, la sua voglia di partecipare era comprensibile. Ma alla Roma costò un prezzo alto, perché Pjanic nel finale di stagione non è mai più stato lo stesso. Già il 4 marzo, nel derby, fu costretto a uscire per una lesione muscolare. E in campo da titolare rimise piede soltanto l11 aprile (Roma-Udinese 3-1).
IL CAPITANO - In passato la Nazionale fermò anche
Francesco Totti. Nel marzo del 2002, mentre la Roma era impegnata nella corsa scudetto con Juventus e Inter, una lesione muscolare gli impedì di giocare le ultime sei partite di campionato dopo lamichevole di Leeds contro lInghilterra. Quellinfortunio, peraltro, incise anche sulla Nazionale stessa: al Mondiale del 2002, Totti non riuscì a giocare mai ai suoi livelli chiudendo a testa bassa per lespulsione di Byron Moreno nei supplementari di Italia-Corea.