Stek: "Ho sbagliato ma saprò rifarmi"

29/09/2012 11:42

 

SENZA TIMORI - I romanisti di Fiumicino cercano di confortarlo e anzi lo cercano in continuazione per le foto. L’apertura di credito nei suoi confronti, evidentemente, non si è esaurita. Nemmeno Zeman ha intenzione di sostituirlo. Non solo perché Goicoechea è acerbo e perché ha una milza gonfia per una pallonata altrettanto fastidiosa, ma anche perché conta sul suo equilibrio per proteggere la Roma: «Ho tanta fiducia in Stekelenburg. E’ difficile valutare il suo rendimento in partita, perché è uno dei portieri meno impegnati della serie A... Mercoledì ha sbagliato un intervento alla seconda parata. Succede. Ma il suo comportamento negli allenamenti mi rassicura. Non ho ragioni per cambiare». E di certo non sarà Stekelenburg a chiamarsi fuori. «Sto bene, mi sento pronto - dice, tra un autografo e l’altro - e non ho paura di tornare in campo. Perché dovrei? Nel calcio capita di sbagliare e ho ammesso il mio errore. Ma ora si va avanti, questo è il mio lavoro»
 
IL RICORDO - Lo stadio della non gli ispira memorie felici. In Coppa Italia a gennaio Stekelenburg ha incassato tre gol (-Roma 3-0), mentre in campionato è stato impallinato due volte prima di entrare in contatto con Marchisio in area: rigore, espulsione e infortunio alla spalla. Un disastro: «Sì, ricordo bene. Quella sera a Torino ho giocato l’ultima partita della scorsa stagione con la Roma» . Stavolta ha il compito di difenderla da una squadra che in campionato non perde da 44 partite. La responsabilità è forte ma non può intimidire un ragazzone di 30 anni che ha giocato una finale mondiale con l’Olanda. (...)

 

CRESCITA - Non dimenticando che qualcosa di buono era stato fatto. Dall’arrivo di Zeman, complessivamente, il suo rendimento e la sua presenza sono migliorati. Stekelenburg si sente meno insicuro con la lingua e ha accettato di piazzarsi qualche metro più avanti quando la Roma è in possesso palla. In questo modo è più efficace nelle uscite (si è visto a San Siro in opposizione a Milito ma anche con la stessa Sampdoria, nel primo tempo su Krsticic) ed è meno esposto agli uno contro zero tipici della stagione di Luis Enrique. Adesso gli serve una grande reazione a Torino per ammansire gli scettici. Arriverà.